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Numeri in crescita per bar e ristoranti: 8 le nuove aperture 

Numeri in crescita per bar e ristoranti: 8 le nuove aperture 

foto da Quotidiani locali

Ivrea

Crescono in città i numeri di bar, enoteche, ristoranti, pizzerie, fast food. Con 155 insegne, di cui otto inaugurate nel 2023 a fronte di due sole chiusure, il mondo del food&beverage e i pubblici esercizi si afferma come segmento del commercio più vitale, in linea con la tendenza venuta a consolidarsi a livello nazionale nell’ultimo anno, per cui si registra un aumento delle aperture del 5,5%. Con il 21% del totale delle attività commerciali, il settore Horeca a Ivrea guadagna terreno in dodici mesi, superando le 152 insegne censite prima che la pandemia ne svuotasse i locali tra lockdown e smartworking. Soffrono invece i negozi di vicinato (580 il totale nel 2022, 579 nel 2023). Ed è l’abbigliamento a patire in modo particolare. Soffre per il dilagare dell’e-commerce da un lato, del fast fashion dei brand della moda dall’altro, in uno scenario in cui caro vita e mancato adeguamento dei salari ridisegnano le voci di spesa. Motivo per cui gli alimentari (184 botteghe) se tengono il passo lo fanno in funzione della ricercatezza delle proposte, del km zero, come della posizione chiave rispetto a quartieri periferici, vie di passaggio, parcheggi. Il bilancio dei negozi tradizionali è preoccupante: tra alimentari, non alimentari e misti in 35 che hanno chiuso i battenti nel 2023, 34 quelli che li hanno aperti. Stabili, quindi, ma con numeri tutti da interpretare. La fotografia del tessuto commerciale locale si completa analizzando infine le medie strutture di vendita, come si definiscono gli esercizi commerciali aventi una superficie di vendita superiore a 250 mq e fino a 2.500 mq. E così, se in corso Vercelli la nascita attesa per l’estate del retail park Coop andrà a comprendere le catene Roadhouse per la somministrazione, Cisalfa sport e il colosso tedesco Deichmann per le calzature, fin d’ora gli store della media distribuzione salgono da 21 a 26 (di questi si contano 13 supermercati misti).

«pericoloso decentrare»

Riflessioni? La prima a farne è Luisa Marchelli di Ascom Ivrea, che proprio su corso Vercelli pone l’accento. «Il commercio, per quanto sia in difficoltà su alcuni settori, ne vede altri andare alla grande. Traina molto la somministrazione, traina benissimo il turismo, soffre l’abbigliamento. Siamo in linea con il trend italiano, c’è poco da fare, forse addirittura europeo. Mi chiedo come sarà il futuro, con queste medie distribuzioni che aprono a raffica in corso Vercelli, finendo per decentrare l’asse commerciale a favore della periferia industriale, quando si era ristabilito un certo equilibrio. Non è così che si rende turisticamente attrattiva la città, chi viene qui cerca punti di interesse in centro».

ivrea in musica?

Confesercenti Ivrea, con il presidente Maurizio Fiorentini, concentra l’attenzione sugli eventi. «Dopo il Covid è andata meno peggio del previsto, meglio stabili che in decrescita. Il commercio ha retto e regge tutto sommato. Ma ci sono aspetti che possono essere migliorati, come riportando a Ivrea manifestazioni di successo alla Ivrea in musica, oppure coinvolgendo a San Savino più i produttori locali che non le Pro loco». A proposito di San Savino il programma è in fase di definizione. «Posso anticipare che porteremo gli eventi in centro – dice Fabrizio Dulla, assessore al Commercio –. Ne abbiamo in mente uno con la sabbia».

dehors agevolati: poche richieste

Di base, ancora Dulla, «siamo contrari alla pioggia di contributi. Il senso è: una mano te la do, e volentieri, se hai voglia di darti da fare per la città. Mi riferisco per esempio ai dehors agevolati per le aperture serali o della domenica pomeriggio. Richieste ne abbiamo avute pochissime». Quanto agli eventi «siamo i primi a crederci, diversamente non avremmo messo 40mila euro per avere Apolide». A proposito di dehors a inizio anno sono scaduti i semplificati e a canone zero consentiti come misura straordinaria durante la pandemia. È stato allora che la giunta Chiantore ha varato una serie di agevolazioni (dal 100 al 25%) finalizzate a incentivare le aperture serali e domenicali, che i commercianti possono tutt’ora decidere di dividersi durante l’anno sulla base di un calendario da presentare in Comune. Sino ad ora l’opportunità è stata colta da pochi, le turnazioni sono rimaste lettera morta, e siamo a fine aprile. Troppo oneroso aprire rischiando di fare due caffè in tutta una sera, per alcuni. Per altri, forse, va bene così. E se l’età dei titolari a un passo dalla pensione frena comprensibilmente la spinta a sperimentare, è il successo di iniziative come Sbam, il 7 aprile, con eventi da via Arduino a via Gozzano, a dimostrare se ce ne fosse bisogno che «chi ha voglia fa e ottiene risultati».

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