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Gradisca scommette sul turismo slow e disegna una viabilità a misura di due ruote

GRADISCA Il futuro slow di Gradisca è un po’ meno lontano. Con l’adozione del Biciplan da parte del Consiglio comunale – il penultimo dell’era Tomasinsig – palazzo Torriani si è dotato dello strumento urbanistico dal quale gli amministratori non potranno prescindere nella previsione di realizzare nuovi – e sospirati – itinerari ciclabili in città. Itinerari, non piste ciclabili. Un concetto che sta molto a cuore ai professionisti che hanno realizzato il progetto, l’ingegner Fabio Gon e l’architetto Gianpiero Iurig dello studio specializzato Tandem, che hanno illustrato la filosofia dell’elaborato all’assemblea civica.

Mobilità ciclistica

«Il piano – spiegano – è relativo alla mobilità ciclistica in generale e non è il piano delle piste ciclabili. Permettere di potersi spostare in bicicletta in sicurezza sul territorio non vuol dire necessariamente costruire piste ciclabili: o per lo meno, non solo. Ci sono varie tipologie infrastrutturali da poter usare in base al contesto ed alla funzione del percorso e c’è molto altro da fare per riuscire a creare le giuste condizioni di sicurezza sulle strade per tutti gli utenti della strada» . Non solo, e comunque non necessariamente, “piste ciclabili” , dunque, ma anche percorsi protetti, dissuasori, miglioramento della viabilità già esistente e della relativa sicurezza.

Il Biciplan

La gestazione del Biciplan per Gradisca d’Isonzo non è stata breve. Lo studio è stato infatti preceduto da una fase di concertazione, con la realizzazione di un questionario fra i cittadini sulla ciclabilità e il coinvolgimento di diversi stakeholders. Da lì si è partiti con una minuziosa “mappatura” della città, partendo dai cosiddetti “punti attrattori” – uffici pubblici, sedi di servizi, aree sportive, aree a vocazione turistica e di interesse paesaggistico – e successivamente redigendo una sorta di “gerarchia” della rete ciclabile esistente: le ciclovie di livello nazionale, quelle di livello regionale – Gradisca è al centro di due progetti in questo senso –, quelli di livello sovracomunale (leggasi segmenti Collio-Alto Isonzo) ed infine quelli esclusivamente di livello comunale.

Zone di criticità

I professionisti hanno inoltre “fotografato” le zone di criticità e pericolosità esistenti per la circolazione delle biciclette su viabilità promiscua assieme ai veicoli motorizzati, sia su viabilità loro riservata. Come per tutti i piani urbanistici, l’iter prevede ora un proseguo con l’apertura di un periodo in cui sarà possibile presentare eventuali osservazioni: verranno richiesti dal Comune eventuali pareri ambientali (facoltativo) agli enti competenti in materia ambientale, e verrà richiesto il parere tecnico (obbligatorio) alla Regione.

L’iter

Con l’ormai prossima amministrazione comunale il piano verrà infine approvato, concludendo l’iter previsto, ed entrando in vigore come piano di settore di livello comunale, nel caso specifico come parte del Piano generale del traffico urbano. «Che il potenziale di Gradisca sia notevole in questo senso è un dato oggettivo» spiegano Gon e Iurig. La cittadina, oltre ai tratti di interesse regionale e sovracomunale (su tutti la ciclovia FVG 5), secondo il piano puo’contare su potenziali direttrici di connessione verso il centro lungo le vie Garibaldi, Papalina, Bidischini, S.Maria Maddalena e San Valeriano; su connessioni verso altri comuni come Mariano, Farra e Sdraussina (Sagrado); e, noblesse oblige, su quella turistico-paesaggistica lungo l’alveo fluviale dell’Isonzo.

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