Franco Di Mare, Sergio e Rossi non sapevano. E assicurano: “La Rai gli darà ciò che chiede”
“Franco Di Mare riceverà a brevissimo quanto richiesto negli anni passati. Confermo che non ero informato fino ai resoconti stampa di lunedì mattina dello stato di salute del collega e delle sue reiterate richieste. Gli sono vicino umanamente”. Così in un post su Facebook l’amministratore delegato Rai, Roberto Sergio, che già ieri, insieme al direttore generale Giampaolo Rossi era intervenuto sulla vicenda. Franco Di Mare, ospite di Che tempo che fa, lunedì sera ha reso noti di essere affetto da mesotelioma, un tumore molto aggressivo che si sviluppa inalando amianto.
Sergio e Rossi: “Non sapevamo della malattia di Franco Di Mare, avrà ciò che chiede”
Di Mare, parlando della malattia, con ogni probabilità collegata ai suoi lunghi periodi di permanenza nei Balcani come inviato di guerra, ha anche rivolto un duro atto d’accusa alla Rai, poiché nonostante le ripetute richieste non gli ha mai fornito lo stato di servizio. Che ora invece Sergio e Rossi hanno assicurato in tempi brevissimi. “L’Ad della Rai Roberto Sergio e il dg Giampaolo Rossi sono venuti a conoscenza solo ieri sera della drammatica vicenda di Franco Di Mare, al quale esprimono tutta la propria vicinanza umana e assicurano la loro disponibilità a fare tutto il possibile per consentire al giornalista di ricostruire quanto da lui richiesto”, ha fatto sapere anche una nota della Rai, già martedì.
L’Inail chiarisce il proprio ruolo
Sul caso è intervenuta anche l’Inail, spiegando che le malattie dei professionisti dell’informazione titolari di un rapporto di lavoro subordinato sono tutelate solo dall’inizio del 2024. “Con riferimento a quanto riportato in alcuni articoli dedicati alla vicenda del giornalista Franco Di Mare, che ha fatto comprensibilmente scalpore perché coinvolge un professionista di riconosciuto valore colpito da un tumore a lunga latenza e particolarmente aggressivo come il mesotelioma pleurico, provocato dall’esposizione all’amianto, occorre fare alcune precisazioni sul ruolo dell’Inail”, si legge in una nota.
Fino al primo gennaio 2024 i giornalisti senza assicurazione obbligatoria
“L’Istituto – si legge ancora nella nota – è venuto a conoscenza del caso alla fine dello scorso mese di ottobre, durante il periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, a quella dell’Inail. Come stabilito dalla legge di bilancio 2022, fino al 31 dicembre 2023 l’assicurazione contro gli infortuni dei giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica ha continuato a essere gestita secondo le regole previste dalla normativa vigente presso l’Inpgi alla data del 30 giugno 2022, che non prevede la tutela dalle malattie professionali. Dal primo gennaio 2024, invece, i giornalisti dipendenti sono tutelati dall’assicurazione obbligatoria Inail sia contro gli infortuni sul lavoro sia contro le malattie professionali manifestatesi a partire dalla stessa data”.
Perché l’Istituto “non è legittimato” a occuparsi del caso di Franco Di Mare
“Per quanto riguarda nello specifico Franco Di Mare, la pratica non è ‘bloccata dall’Inail’, come riferito in alcuni articoli: l’Istituto all’inizio di dicembre non ha potuto fare altro che prendere atto che si trattava di ‘persona non tutelata’ ai sensi della normativa Inpgi. Per questo motivo l’Inail non è legittimato ad accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia che ha contratto né a rilasciare una certificazione che attesti o meno questa correlazione”, ha concluso l’Istituto.
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