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Ciclismo, Andrea Vendrame è l’unico Pro trevigiano al Giro d’Italia

Ciclismo, Andrea Vendrame è l’unico Pro trevigiano al Giro d’Italia

foto da Quotidiani locali

Dal suo primo Romandia è tornato con due secondi posti e il titolo di corridore più combattivo.

Andrea Vendrame, unico pro' trevigiano al via del Giro d'Italia 2024, proverà a tenere alta la tradizione della Marca, cercando una nuova vittoria di tappa dopo Bagno di Romagna 2021.

Il 29enne di Santa Lucia e della Decathlon-Ag2r si presenta al via da Venaria Reale – sabato 4 maggio – con l'umore dei giorni migliori.

Vendrame, come si avvicina al Giro?

«Mi sono preparato bene, ci arrivo meglio rispetto al passato, lo dicono anche i risultati in Svizzera. Mi manca solo la vittoria. Ho cambiato programma: niente Tour of the Alps prima del Giro, per la prima volta il Romandia. E ho lavorato di più a casa, senza fare altura. È stata una scelta della squadra: il Romandia si adattava di più alle mie caratteristiche, poteva darmi più risultati e chilometri nelle gambe. E se già stavo bene, in Svizzera i miei valori sono cresciuti: sono rientrato con la consapevolezza di essere stato protagonista, giocandomi la vittoria in una corsa World Tour. Tutto ciò fa ben sperare».

I due secondi posti?

«Ero andato lì più per lavorare, poi ho chiesto libertà di muovermi: in fuga puoi spendere di più, un allenamento extra. Così ci ho provato. E sul secondo piazzamento non penso di aver sbagliato nulla: Nys era superiore (nel primo caso l'aveva "battuto" il compagno Godon)».

Cosa aspettarmi dal Giro?

«L'obiettivo principale è una vittoria di tappa. Più in generale, come team stiamo andando forte, molti buoni anche i nuovi materiali. Con O' Connor puntiamo alla generale, almeno a una top five. Anch'io sarò al suo servizio».

Ha segnato qualche tappa?

«Si parte subito con una frazione impegnativa: perché non provarci già a Torino? Poi la sesta tappa con lo sterrato in Toscana, la dodicesima a Fano, l'arrivo di Sappada per prendere la fuga. Torino potrà già delineare la classifica: si capirà subito chi è indietro in condizione, chi deve già inseguire. In attesa di Oropa».

Pogacar farà corsa a sé?

«Per come va e per la squadra che avrà, è il favorito numero uno. Subito dietro spero in O' Connor, ma ci sono anche Thomas e Bardet. Arensman può essere la rivelazione».

Le due tappe venete?

«Padova è l'ultimo arrivo per sprinter prima di Roma. Un colpo di mano può starci, saremo all'ultima settimana, faremo i conti con la fatica. La fuga potrà andare in porto, come a Treviso 2022. Io all'attacco? Ho altri target. Poi c'è la tappa di Bassano con il doppio Grappa: si "spianerà" in avvio il Muro di Ca' del Poggio per far andare la fuga, poi il Grappa sarà fondamentale per la generale. Un giorno da battaglia per rimontare posizioni, credo il primo posto sarà già blindato».

Come giudica il Grappa?

«Lungo e impegnativo, se penso che bisognerà farlo due volte... Di sicuro piacerà ai tifosi, ai corridori meno. La discesa tecnica potrà fare selezione: oggi spesso la differenza la fai proprio lì. Non l'ho mai scalato da pro', ma ho ricordi della Bassano-Monte Grappa Under 23: una penitenza».

Pogacar riuscirà nell'accoppiata Giro-Tour?

«Il livello di competitività al Tour sarà superiore: vedremo come si comporterà con Roglic ed Evenepoel. Quel che è certo che è un campione. E penso che al Giro, in funzione doppietta, eviterà di spendere troppe energie, non ci saranno continui attacchi come nei suoi ultimi Tour».

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