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Ultima Generazione: perquisiti cinque giovani, si cercano contatti e canali di finanziamento

Il 12 aprile scorso il tentato blitz a Palazzo Zabarella davanti ai capolavori dell’Impressionismo. Ieri mattina sveglia all’alba per cinque attivisti di Ultima Generazione, il movimento che si autodefinisce di resistenza civile contro il collasso climatico, protagonista di tante proteste in Italia e anche nel Padovano.

Su ordine della Procura, poco prima delle 7 di venerdì 2 maggio, gli agenti della Digos hanno perquisito le abitazioni dei cinque, tutti studenti, quattro maggiorenni (una vicentina, una veneziana, una padovana e un padovano) e una minorenne che risiede in famiglia nella città del Santo, sequestrando i cellulari.

Obiettivo: controllare i contatti con altri aderenti e, in particolare, eventuali canali di finanziamento. Nei loro confronti il pubblico ministero padovano Benedetto Roberti ha aperto un’inchiesta per i reati di tentato deterioramento di beni culturali e manifestazione non autorizzata .

«Prendo atto di una complessa operazione che ha visto impegnati decine di poliziotti per degli studenti trovati con gessetti e colla che non erano nemmeno entrati nelle sale della mostra a Palazzo Zabarella» osserva l’avvocato Leonardo De Luca, difensore degli attivisti, «Attendo i decreti di sequestro e poi presenterò ricorso al tribunale del Riesame, così potremo vedere gli atti e preparare la difesa per chiarire una vicenda del tutto priva di offensività».

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La Digos ha perquisito a Venezia, pure l’abitazione dei genitori dove un’indagata risulta residente, anche se vive a Padova (e qui era in corso la perquisizione a suo carico).

Le perquisizioni

Le perquisizioni sono scattate ieri mattina nelle residenze dei cinque eco attivisti di età tra i 17 e 28 anni. Sequestrati tutti i dispositivi tecnologici. «Ho sentito bussare violentemente alla porta, sembrava volessero buttarla giù. Quando ho chiesto chi fosse, mi hanno risposto che era la polizia e che se non avessi immediatamente aperto avrebbero sfondato la porta», racconta Luca Trivellone, uno degli inquilini delle abitazioni coinvolte nel raid della Digos. Nella stessa casa di Voltabarozzo convivono altre cinque persone che, come Trivellone, sono estranee alla perquisizione.

«Le perquisizioni - aggiunge il ragazzo, anche lui attivo in Ultima Generazione - sono durate una mezz’ora, il tempo di identificare la persona che stavano cercando e requisire cellulari e computer personali». Alle 7.40 da quell’abitazione di Voltabarozzo tre agenti di polizia sono usciti con un’attivista originaria del Vicentino, neolaureata in Scienze biotecnologiche a Padova. La ragazza di 25 anni è stata portata in Questura insieme ai cellulari e a un laptop. Le operazioni hanno coinvolto in simultanea cinque abitazioni di altrettanti attivisti del Padovano, tutti portati negli uffici della Questrura per accertamenti.

Il presidio

In risposta alle perquisizioni è scattato subito un presidio di Ultima Generazione fuori dalla Questura in solidarietà ai giovani trattenuti dalla polizia. Alle 10 erano almeno una decina gli amici, gli attivisti e i compagni di studi, a cui si è aggiunta una staffetta di personalità della politica e dell’associazionismo padovano.

Il primo attivista è stato rilasciato dopo 6 ore. Tra le 15 e le 16 sono stati rilasciati anche gli altri attivisti.Nel tardo pomeriggio una ventina di militanti si è ritrovata al Bo per un’assemblea.

I fatti contestati

Sono le 15.30 del 12 aprile quando il gruppetto paga regolarmente il biglietto per entrare nel Palazzo dove è in corso la mostra “Da Monet a Matisse”. I cinque – zaino in spalla – insospettiscono gli agenti della polizia che, tra loro, riconoscono la minorenne intervenuta alle messe di Natale di Pasqua e li bloccano.Negli zaini il gruppetto ha uno striscione con la scritta “20 miliardi per riparare ai danni delle catastrofi climatiche” e un cartello “11 e 25 maggio a Roma”. Immediato il trasferimento in questura.

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