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Udinese-Napoli, mister Cannavaro contro il suo passato

UDINE. Era il 26 marzo 2010, a Fuorigrotta c’erano più di 52 mila spettatori. In calendario la trentesima giornata di campionato. Il Napoli, allora allenato da Walter Mazzarri, riceveva la Juventus. Il match finì 3-1, risultato giusto con una squadra scarica e vittima di tanti infortuni: quello accusato dal danese Poulsen durante il match fu il 55º stagionale.

Sembra una gara qualunque, a prima vista. Ma non lo è. Perlomeno non per Fabio Cannavaro. L’attuale tecnico dell’Udinese, allora difensore della Vecchia Signora, affrontò allora per l’ultima volta la squadra della sua città, quella con cui è cresciuto.

Tra gli avversari anche suo fratello Paolo, con lui in Friuli nella sua nuova avventura. Quattordici anni dopo il pallone d’oro 2006 chiederà strada agli azzurri. Potrà far male, ma le ragioni di cuore andranno oltre: in ballo c’è la salvezza della Zebretta.

Cuore

L’avversario di lunedì sarà sempre speciale per il campione del mondo, che al San Paolo faceva il raccattapalle oltre a far parte del vivaio dei partenopei. Anche se la sfida a Udine, la squadra azzurra farà battere il cuore a Cannavaro, lanciato da Marcello Lippi in serie A proprio con il club della sua città quando aveva soli 19 anni (7 marzo 1993, Juve-Napoli 4-3). L’ex difensore, poi, rimase ancora due stagioni con il “Ciuccio”, prima di spiccare il volo e aprire la lunga parentesi di Parma (sette anni), a cui fecero seguito le esperienze con Inter, Juve e Real Madrid, prima di rientrare a Torino nella stagione 2009-2010.

Fabio ha sempre mantenuto un legame speciale con Napoli, città e club. Avrebbe potuto far parte della “galassia” De Laurentiis, presidente degli azzurri, lo scorso febbraio, quando venne contattato per guidare in serie B il Bari, secondo club del patron di Filmauro. Non se ne fece niente, si opposero i tifosi dei pugliesi. Adesso il nuovo contatto, da avversario, da cui cercherà di uscire vincitore. Non sarà facile, perché all’Udinese mancheranno giocatori importanti come Thauvin, Perez, Lovric, Giannetti e Payero.

Rush finale

Ma proprio perché le partita avrà per lui delle motivazioni particolari, i 90 minuti dei Rizzi di lunedì sera possono lanciare Cannavaro nel rush finale della volata salvezza. Sarebbero per lui non solo i primi tre punti alla guida dei bianconeri, ma anche i primi tre punti in serie A, campionato in cui ha debuttato nel mini-incontro con la Roma del 25 aprile.

L’esordio dal 1’ per lui domenica scorsa col Bologna è stato positivo, al netto dell’errore di Okoye che ha condannato i suoi al pareggio per 1-1. Si è visto una Zebretta diversa, più propositiva. Sembra esserci un’aria nuova, quell’ottimismo che serve per presentarsi successivamente con Lecce, Empoli e Frosinone e fare il pieno. Qui al Friuli il Napoli conquistò esattamente un anno fa lo scudetto.

Cannavaro avrà certamente visto quel match e gioito dentro di sé. Gli dispiace certamente vedere il club della sua terra arrancare dopo una stagione trionfale. Da professionista, tuttavia, tra poche ore guarderà solo ciò che farà la sua Udinese. Se riuscirà a portare la nave in salvo, potrebbe ritrovarsi alla guida dei bianconeri nuovamente in serie A dall’inizio della prossima stagione. Per lui una grande chance, che dipenderà anche dall’esito del match col suo Napoli.

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