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Scurati non fu censurato: la Rai invia una lettera di contestazione alla Bortone. Sinistra in tilt

Scurati Bortone

Ad Antonio Scurati «non è stata vietata né la partecipazione né la lettura del monologo» a CheSarà di Serena Bortoni. È stato invece lo scrittore a decidere di non prendere più parte alla trasmissione, la cui partecipazione era prevista «a titolo gratuito». Perché «interessato a un periodo di promozione di una graphic novel prenotabile dal 19 aprile […]

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Scurati Bortone

Ad Antonio Scurati «non è stata vietata né la partecipazione né la lettura del monologo» a CheSarà di Serena Bortoni. È stato invece lo scrittore a decidere di non prendere più parte alla trasmissione, la cui partecipazione era prevista «a titolo gratuito». Perché «interessato a un periodo di promozione di una graphic novel prenotabile dal 19 aprile e di una fiction tratta dalla sua opera». L’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio ha spiegato perché sul caso Scurati  non c’è stata alcuna censura. E perché Viale Mazzini ha inviato una lettera di contestazione a Serena Bortone: è stato a causa del post pubblicato sui social «in violazione della normativa della policy aziendale: ci sono regole che devono essere rispettate da tutti i dipendenti». Ha aggiunto il dg, Giampaolo Rossi, ad ulteriore chiarimento: “Se c’è un’uguaglianza di diritti c’è anche un’uguaglianza di doveri”. Vale a dire che la necessità di un’ autorizzazione al rilascio di dichiarazioni “vale per il direttore generale come per l’ultimo dei dipendenti assunto ieri”.

Caso Scurati, lettera di contestazione alla Bortone. Il Pd va in tilt

Bortone è quindi sotto accusa per il post su Instagram in cui diceva che l’intervento di Scurati sul 25 aprile era stato «annullato dalla Rai». Per questo adesso la conduttrice rischia di pagare la «scorrettezza», interpretata come un «danno d’immagine» all’azienda. “L’audizione dell’amministratore delegato e del direttore generale della Rai hanno consentito di fare chiarezza, smontando in maniera analitica e inoppugnabile il castello di bugie costruito dalla sinistra”: sono le parole del deputato di Fratelli d’Italia, Francesco Filini, capogruppo in Commissione Vigilanza Rai.  “Un’operazione di verità per cui i vertici dell’Azienda vanno ringraziati. A partire da quanto accaduto lunedì scorso, dove non si è registrato alcun comportamento antisindacale, ma il legittimo diritto di non scioperare da parte di numerosissimi dipendenti Rai, che hanno tenuto in piedi il servizio pubblico”.

FdI, Filini: “Smentito che Scurati sia stato oggetto di censura. Finalmente”

“Finalmente – aggiunge-  è stato anche smentito che Antonio Scurati sia stato oggetto di censura; così come, con dati alla mano certificati dall’Osservatorio di Pavia, ci sia una TeleMeloni in Rai, tranne che nel mondo parallelo in cui vive rinchiusa la sinistra. E sempre sulla base dei dati disponibili si è preso atto degli ottimi risultati sia in termini di ascolti e sia di gestione economica. Questi ultimi a riprova dell’importante opera di risanamento dell’Azienda con la riduzione dell’indebitamento netto. Tutto ciò è il segno tangibile che con la nuova dirigenza la Rai sta cambiando, e le bugie e gli strali della sinistra ne sono la riprova”.

Caso Scurati, lettera a Bortone. Il delirio della Serracchiani: “Purghe”

Sulla lettera di contestazione a Serena Bortone la sinistra fa scoppiare una bagarre, Pd e Avs vanno in tilt. Immancabile la “colpa” della premier Meloni. Usano parole grosse: Serracchiani parla di “purghe” : “E’ una situazione molto cupa dal punto di vista della democrazia del nostro Paese” – dice Angelo Bonelli – la cui responsabilità è in capo non solo ai dirigenti Rai, ma alla premier Meloni. Che esercita sulla Rai un controllo come dimostrano i recenti fatti”. Ma si contraddice. I fatti dimostrano il contrario, come ha detto poco prima l’Ad, sciorinando in Vigilanza i dati dell’Osservatorio di Pavia.

Sergio: “Non è un provvedimento disciplinare”. Accuse infamanti alla Rai”

Il Pd parla di “clima intimidatorio”  di “deriva indegna della tv pubblica”. L’Usigrai definisce il tutto “inaccettabile”. Smentiti tutti un attimo dopo. Calmatevi. “E’ un fatto dovuto. Non è un provvedimento disciplinare ma una contestazione e una richiesta di chiarimenti e spiegazioni. E poi si potrà decidere quali azioni decidere. E’ una contestazione, non un provvedimento”, chiarisce e ripete l’ad Sergio. Parole che smentiscono il vaniloquio del “soccorso rosso” e le accuse reiterate e surreali alla premier Giorgia Meloni. La Rai è “vittima” di un “accanimento distruttivo”- ha affermato Sergio- “che cerca di contrapporre a fatti, dati, numeri, risultati concreti e verificabili, delle fantasiose ricostruzioni. Quando non delle infamanti accuse che non solo danneggiano la reputazione e il valore della Rai; ma che mortificano la comunità di donne e uomini che ogni giorno lavora per portare nelle case degli italiani il meglio delle loro capacità”.

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