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Aggressione al penalista Longo: Rosy assolta anche in appello

Aggressione al penalista Longo: Rosy assolta anche in appello

Nel pestaggio avvenuto a Padova, nessuna responsabilità per la 34enne imputata di lesioni, violazione di domicilio e porto in luogo pubblico di un’arma

Assoluzione confermata dalla Corte d’appello di Venezia per Rosy C., la 34enne padovana finita sul banco degli imputati con l’accusa di essere stata come “l’ispiratrice”, se non la mandante, dell’aggressione al penalista Piero Longo, ex senatore di Forza Italia e legale di Silvio Berlusconi.

Anche i giudici di secondo grado hanno accolto la richiesta della difesa (il penalista Pietro Someda), confermando la pronuncia di primo grado che aveva dichiarato la giovane donna assolta (“per non aver commesso il fatto”) dalle accuse di concorso in lesioni volontarie, violazione di domicilio e porto in luogo pubblico di un’arma, la pistola sottratta al legale padovano e da lui regolarmente detenuta.

Reati di cui era stata chiamata a rispondere in concorso con la commercialista Silvia Maran e il compagno di lei, Luca Zanon, attualmente a processo davanti al giudice di Padova, Vittoria Giansanti per gli stessi reati contestati a Rosy.

Breve l’udienza di ieri pomeriggio nel capoluogo lagunare. Assente l’imputata, presente l’avvocato Longo che si era costituito parte civile già in primo grado, tutelato dalla collega Anna Desiderio.

E aveva reclamato un risarcimento di alcune decine di migliaia di euro. Reclamata dal sostituto procuratore generale una condanna a dieci mesi per lesioni e violazione di domicilio, non per il porto dell’arma.

È andata diversamente e la Corte ha creduto alla versione fornita dalla difesa di Rosy, citata per il prossimo 24 maggio in tribunale a Padova dove è ormai alle battute finali il processo a carico di Maran e Zanon.

Sarà Rosy l’ultima testimone, poi la parola passerà alla pubblica accusa (il pm Roberto D’Angelo), alla parte civile (l’avvocata Desiderio per conto della vittima, il penalista Longo) e, infine, ai difensori della coppia (gli avvocati Cinzia Ulmiri, Antonio Ferdinando De Simone e Roberto Zazza).

Tuttavia, in quanto imputata di reato connesso con sentenza ancora non definitiva (la pronuncia d’appello potrebbe essere ancora impugnata in Cassazione, terzo e ultimo grado), Rosy potrà avvalersi della facoltà di non rispondere.

Ieri ai giudici di secondo grado l’avvocato Someda ha ricordato come non ci siano mai state prove a sostegno delle accuse a carico della 34enne. Accuse alle quali Rosy aveva replicato con una lettera trasmessa al pm D’Angelo durante l’indagine.

Quella sera del 30 settembre 2020 lei avrebbe voluto soltanto riallacciare i contatti con il legale che l’aveva bloccata sul cellulare.

E si era presentata all’ingresso di casa Longo (un palazzo con diversi appartamenti in Riviera Tiso da Camposampiero) accompagnata dai due amici: nessuna intenzione aggressiva da parte sua, rimasta sotto i portici della via a diversi metri rispetto alla coppia che aveva suonato il campanello del legale.

Il faccia faccia tra la coppia e l’avvocato era degenerato e lei – é sempre la versione della donna – non se ne sarebbe nemmeno resa conto.

Anzi, nel rientro a casa i due le avrebbero raccontato che il legale si era presentato nell’atrio armato di pistola; solo successivamente Rosy aveva compreso che il “colloquio” tra l’amica Maran e Longo era degenerato.

E che la prima avrebbe avuto un atteggiamento oltre misura: nel filmato, ripreso dalla telecamera installata in strada, Maran risulta aver sferrato un violento calcio al legale spinto nell’androne dove era avvenuta una pesante colluttazione.

Longo era finito all’ospedale in condizioni serie. Il 20 giugno 2021 Maran e Zanon erano stati spediti a processo dal gup Elena Lazzarin; nella stessa udienza, al termine di un giudizio abbreviato, Rosy era stata completamente scagionata

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