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La figlia di Giralucci, ucciso dalle Br a Padova: «L’ascolto lenisce il dolore dei familiari» 

La figlia di Giralucci, ucciso dalle Br a Padova: «L’ascolto lenisce il dolore dei familiari» 

foto da Quotidiani locali

«L'ascolto non è mai un atto passivo, quando è empatico, significa condivisione, significa farsi carico, e risponde al bisogno di ricostruzione di quel senso di fiducia che in molti di noi familiari della vittime è stato minato dalla violenza. La legge 56 del 2006, che ha istituito questa giornata, è una forma di presa in carico delle vittime da parte delle istituzioni non meno importante, a questo fine, della condanna dei rei: perché sentirci riconosciuti lenisce il nostro dolore, è una forma di giustizia riparativa».

Lo ha detto Silvia Giralucci, presidente dell'associazione Casa della Memoria del Veneto e figlia di Graziano Giralucci, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1974 a Padova, aprendo a Roma la cerimonia del Giorno della memoria delle vittime del terrorismo.

«Oltre all'ascolto, credo sia importante il passaggio di testimone della memoria: per questo ci sono qui oggi le scuole, per questo tanti di noi si adoperano in realtà associative per la trasmissione della memoria del terrorismo che è fondamentale per il nostro Paese, come un monito di tempi bui che non devono tornare mai più. Ho l'onore di condurre questa cerimonia perché ricorrono i 50 anni dalla morte del mio papà, Graziano Giralucci, ucciso assieme a Giuseppe Mazzola il 17 giugno del 1974 nella sede del MSI di Padova. Vorrei dire due parole anche su di lui. Aveva due grandi passioni: il rugby e la politica. Quando la sua vita - giovane perché non aveva ancora trent'anni - è stata interrotta, si stava impegnando nella campagna per il referendum che chiedeva l'abrogazione della legge sul divorzio. Lo faceva perché era convinto che il voto delle cittadine e dei cittadini avrebbe inciso sulla società, magari in un modo che io non condivido, ma quel che conta nella democrazia è stare all'interno delle regole, confrontarsi democraticamente, pesare le forze in campo correttamente, attraverso il diritto/dovere di voto. Ed è questo che vorrei che rimanesse oggi: l'immenso valore della democrazia contro la violenza, e l'importanza anche i giovani si impegnino per incidere nella società ed esercitino il loro diritto di voto».

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