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Il cappotto di Stelio Crise in mostra da Its a Trieste

Il cappotto di Stelio Crise in mostra da Its a Trieste

Apparteneva a Tancredi Biondi Santi, figlio del creatore del Brunello e mentore del bibliotecario, che lo indossò per oltre vent’anni

TRIESTE Un cappotto, tre generazioni di uomini, un legame fortissimo con Trieste. Si tratta del cappotto che fu di Stelio Crise e che da giovedì 9 maggio si può ammirare nella teca della sezione collaborativa della mostra “Le molte vite di un abito”, nella Its Arcademy di via Cassa di Risparmio.

Stelio Crise fu bibliotecario a Trieste, scrittore e noto critico di James Joyce, in contatto con Umberto Saba, Anita Pittoni, Claudio Magris, Fulvio Tomizza. Ed ebbe forti rapporti di amicizia, tra gli altri, con Biagio Marin e Marcello Mascherini. Alla sua memoria Trieste gli ha intitolato la Biblioteca statale, una sala di lettura dell’Università e una sala della biblioteca del Seminario vescovile.

A raccontare la storia del suo cappotto sono i nipoti Alessandro e Lorenzo. «Nostro zio non si staccò da questo suo abito per oltre vent’anni - spiegano - indossandolo dal 1971 fino alla sua morte, avvenuta nel 1991». Un cappotto classico, dal colore grigio scuro, che scavalca ogni epoca e ogni moda e che, in origine, apparteneva a Tancredi Biondi Santi, figlio del creatore del Brunello di Montalcino, un vino ora famoso nel mondo.

Tancredi fu il principale mentore di Stelio Crise, di cui aveva sposato una zia. Stelio infatti passò molti dei suoi anni universitari ospite alla tenuta “Il Greppo”, a Montalcino.

«Abbiamo anche noi un bellissimo ricordo delle nostre estati trascorse in Toscana – ricordano i nipoti Alessandro e Lorenzo – che ci riportano al periodo spensierato della nostra infanzia. Lì abbiamo trascorso mesi interi sentendoci sempre come a casa». Il legame di Tancredi con Crise era tale che, quando morì, Franco, suo figlio, invitò Stelio a scegliersi alcuni vestiti del padre, per averne un ricordo affettivo. Il cappotto continuò così il suo percorso passando a uno dei figli di Stelio, Stefano, che lo ha indossato fino alla donazione alla Fondazione Its, di comune accordo con i fratelli Alessandro e Lorenzo.

Il museo Its Arcademy – Museum of Art in Fashion è il primo museo della moda contemporanea in Italia e, attualmente, propone in programmazione due mostre: una di queste si intitola “Le molte vite di un abito – The many lives of a garment”, visitabile fino al prossimo gennaio 2025. Una delle sezioni della mostra è dedicata all’abito amato, nella quale i curatori invitano il pubblico a mettere in mostra il proprio abito preferito e a condividerne la storia, contribuendo così a creare un mosaico di esperienze che riflettono la bellezza, la complessità e l’intensità delle vite legate al tessuto della moda.

Il precedente “abito amato” messo in mostra è stato quello da sposa indossato dall’ex Miss Italia triestina Alda Balestra, realizzato da Valentino nel 1989. Da oggi e per i prossimi 30 giorni tocca quindi al cappotto di Stelio Crise. Ma a dimostrazione della territorialità che la mostra vuole esprimere, l’Its Arcademy offre la possibilità a tutti di mettere in vetrina il proprio abito preferito. Ecco pertanto che chi volesse proporre il proprio per la mostra, può inviare la foto del capo e una breve storia sul rapporto che lo lega a sé all’indirizzo info@itsweb.org.

La mostra è visitabile al quarto piano di via Cassa di Risparmio dal giovedì al lunedì dalle 10 alle 18 (fino alle 20 nei weekend). —

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