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Alla scoperta di una Pavia medievale inedita: da sabato la mostra al Museo Diocesano

Alla scoperta di una Pavia medievale inedita: da sabato la mostra al Museo Diocesano

foto da Quotidiani locali

PAVIA. È la cripta bramantesca della cattedrale di Pavia ad accogliere, da sabato 11 al 26 maggio, la mostra Una Pavia medievale inedita. Chiesa e città tra XI e XV secolo, promossa dalla Diocesi di Pavia in collaborazione con il Dipartimento di Studi Giuridici e Studi Umanistici dell’Università di Pavia, con l’ulteriore coinvolgimento del Museo Diocesano di Pavia e il patrocinio dell’Amministrazione comunale.

L’esposizione intende offrire ai visitatori un primo risultato dei sondaggi compiuti nell’archivio dell’episcopio, nel ricco Fondo pergamene che riunisce più di mille pezzi anteriori all’anno 1400.

lo storico privilegio

Suddivisa in sette pannelli, Una Pavia medievale inedita muove da un privilegio di papa Pasquale II del 1105, che è il primo documento apostolico custodito in originale nel tabularium della chiesa pavese, mostrando poi un accordo tra il vescovo di Pavia Lanfranco e l’abate Lantelmo della Chaise-Dieu, rogato nel 1184 e dotato da Lantelmo del proprio sigillo, secondo una forma transalpina di autenticazione dell’atto inconsueta in Italia.

L’archivio storico diocesano di Pavia è infatti testimone delle vicende plurisecolari della chiesa pavese. Il patrimonio documentario che custodisce è un rivelatore sensibile di queste vicende, non ultima delle distruzioni e dispersioni subite in età moderna.

I due pezzi presentati nei primi due pannelli riassumono quella che è l’idea centrale della mostra: il nesso tra chiesa e città tra XI e XV secolo che lega la grande storia a vicende che solo la pigrizia induce a definire “locali”.

documenti

«La storia locale – sottolineano gli organizzatori - non esiste». E lo dimostrano il terzo pannello, che presenta due pergamene del 1201 e 1305, preziose per la storia della presenza templare a Pavia, il quarto (una notitia iudicati del 1014, testimone della tradizione dei placiti), il quinto, che presenta due ‘dispute informali’ del 1118 e 1124, il sesto, con tre frammenti statutari inediti del 1265, 1280 e 1288, e il settimo pannello, da un registro di decreti di Gian Galeazzo Visconti promulgati tra il 1385 e il 1396). Il percorso della mostra documentaria ha inizio con un privilegio di Pasquale II del 22 marzo del 1105, conservato in originale dall’Archivio storico diocesano e proveniente dall’archivio della mensa vescovile.

Per accedere all’ottagono bramantesco, i visitatori sfiorano due pezzi che il Museo diocesano espone in maniera permanente: un pallio e la spilla ad ago che consentiva di fissarlo; un riccio di pastorale in avorio, realizzato tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo, posseduto forse da Pietro Grassi, vescovo di Pavia dal 1402 al 1426.

Tanto il riccio di pastorale, quanto il pallio sono testimoni della storia plurisecolare della chiesa pavese, che inizia nel IV secolo. La Pavia inedita che i visitatori incontreranno non è dunque quella che emerge senza mediazioni dalla documentazione, ma dallo sforzo di collocare ogni singolo documento o gruppo di documenti all’interno di contesti e problemi generali. —

Stefania Prato

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