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Allarme sicurezza a Feltre, fari puntati sulla stazione

Passano i mesi e non diminuisce l’impegno di Rfi per riqualificare la stazione e aumentare la sicurezza di chi ci lavora. Ma rimane comunque il punto più caldo di Feltre. Frequentata da persone, che per la maggior parte non ha alcuna voglia di farsi aiutare, l’area è oggetto di frequenti controlli dei carabinieri, talvolta chiamati dagli addetti dell’istituto di vigilanza incaricati di chiudere i locali alla sera, che magari incontrano problemi con i presenti, o più spesso nell’ambito dei servizi messi in campo dalla Compagnia: «Ringrazio i carabinieri per l’attività che svolgono», dice il sindaco Viviana Fusaro. «più di così è impossibile. Quando segnaliamo problemi, agiscono subito, c’è una bella collaborazione sia con la nostra amministrazione che con la polizia locale». «Purtroppo quando le persone non vogliono collaborare», aggiunge l’assessore Maurizio Zatta, «anche attivare i servizi sociali diventa inutile. Resta una questione di ordine pubblico».

I controlli servono proprio a monitorare la situazione, ma come ricaduta hanno l’effetto di aumentare le occasioni in cui le persone controllate fanno resistenza oppure opposizione, diventano aggressivi e talvolta eccedono come nel caso di martedì, quando è finito nel carcere di Baldenich un nordafricano sulla trentina, che durante un controllo da parte della pattuglia ha innescato un parapiglia, nel quale ci è scappata una gomitata, che ha colpito un carabiniere. Il 31enne egiziano Ibrahim Mohamed stava dormendo in sala d’attesa e, quando è stato invitato ad andarsene ha minacciato e aggredito i militari, mandandone un al Pronto soccorso con cinque giorni di prognosi.

L’uomo è difeso dall’avvocato Giorgio Gasperin e, nell’interrogatorio di ieri mattina, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip Enrica Marson ha convalidato l’arresto per resistenza e lesioni, ma disposto la scarcerazione con il divieto di dimora in provincia.

È solo l’ultimo. Le forze di polizia hanno il loro bel da fare nel garantire la sicurezza, soprattutto per i passeggeri, che quest’anno sono finiti nelle mire di rapinatori solitari oppure della baby gang sgominata nel mese di marzo. Carabinieri in prima fila, ma anche la polizia locale contribuisce all’opera di monitoraggio della zona.

Il problema torna spesso alla ribalta, ma di fatto non esce mai dai radar. L’assessore alla sicurezza, Alberto Curto, ribadisce la difficoltà nel gestire quanto avviene nell’area e su fatti avvenuti nei primi mesi dell’anno aveva detto che : «Sappiamo che la stazione è un sito sensibile, c’è sempre un gruppo di persone difficile da controllare. Detto questo, non vorrei che la stazione fosse messa sullo stesso piano di Padova. Noi facciamo il possibile e so che le forze dell’ordine danno il massimo. Certo che se c’è gente che decide di minacciare delle persone perché non ha i soldi per acquistare droga, non è che si possa piantonare la zona 24 ore su 24».

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