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Coach Colussi, segnali al Belluno.  «Pronto a restare: la mission è vincere»

Desidera rimanere coach Gian Luca Colussi.

Sta bene al Belluno Volley e sente sua la missione di portare in A2 la squadra - di cui era stato tra l’altro pure giocatore - dopo non esserci riuscito quest’anno.

Domenica è terminata infatti in gara 3 della semifinale contro Fano l’avventura nei playoff e di conseguenza adesso è il momento di riorganizzare le idee e puntare al colpo grosso nella prossima stagione. Il tecnico si siederà attorno a un tavolo assieme alla dirigenza e fosse per lui firmerebbe subito.

Giocoforza andranno ascoltate le considerazioni dei vertici societari, però la sensazione è quella che si cercherà di cambiare il meno possibile. D’altronde mancava davvero poco a qualificarsi alla finalissima contro San Donà, anche se senza dubbio i rinoceronti qualche passo in avanti sul piano tecnico ancora devono compierlo.

La base però è parecchio solida.

Coach Colussi, cosa prova a distanza di qualche giorno?

«La serenità di aver fatto tutto il possibile, pur con l’ovvio dispiacere del non essere riusciti ad accedere all’ultimo atto playoff. Domenica la nostra è stata un’ottima partita, tuttavia Fano ha giocato meglio e nel complesso qualcosa in più di noi aveva. In casa poi loro non hanno mai perso tra campionato e playoff e non può essere un caso. Insomma, usciamo contro un’avversaria di alto livello. Può esserci solo il piccolo rammarico di non aver avuto quel paio di punti aggiuntivi in classifica necessari a disputare gara 1 e gara 3 alla Spes Arena. A ogni modo, pazienza».

Sono stati playoff di alto livello, vedendo le avversarie. Certo, San Donà in finale non era un ostacolo insuperabile…

«Era il percorso più difficile, il nostro. Acqui Terme nel primo turno nascondeva insidie ed era una mina vagante, complice il rientro di Martino. In seguito abbiamo incontrato la favoritissima Palmi e infine un’ottima compagine come Fano. Facile contro San Donà? Non può mai esserlo una finale. Ma li conoscevamo, li avevamo già battuti e rispetto a Fano erano meno attrezzati sul piano tecnico e fisico».

Un’andata rivedibile, un ritorno e dei playoff a ritmi da promozione.

«Nella prima parte di campionato abbiamo frenato qualche volta di troppo. Devo dire che è stato complicato creare il gruppo, nei primi mesi. Tanti cambiamenti, diverse personalità, caratteri da plasmare. Poi ognuno ha effettuato mezzo passo indietro e si è messo a pieno servizio del gruppo. Così si è cominciato a vedere chi lavorava a testa bassa, chi si mordeva la lingua per il bene comune, chi evitava attriti. In seguito è partita la scintilla e negli ultimi mesi si è notata la forza collettiva in grado di farci raggiungere la semifinale. Un altro aiuto è senza dubbio collegato all’arrivo di Leonardo Ferrato nel ruolo di palleggiatore. La stagione dunque è più che positiva».

In attesa delle opinioni della società, lei rimarrebbe per il terzo anno consecutivo?

«Ben volentieri. Ho un legame forte con dirigenza, staff e tutto l’ambiente».

Ma adesso si deve puntare a vincere…

«Dopo un secondo posto e una semifinale playoff, direi di sì. Qualche miglioramento va effettuato a 360 gradi, ma in due anni ho visto Belluno progredire in modo evidente soprattutto sul piano organizzativo. Inoltre accanto a noi si percepisce un entusiasmo e una passione da categoria superiore. A tal proposito, non smetteremo mai di ringraziare gli oltre 100 tifosi al seguito della scorsa settimana».

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