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Padova sesta città in Italia per i pagamenti elettronici

Padova sesta città in Italia per i pagamenti elettronici

Con la carta, il telefono ma anche con l’orologio: sempre meno banconote. L’osservatorio SumUp: «Nel primo trimestre oltre il 29% in più di cashless»

Chi con carta, chi con cellulare, chi perfino con l’orologio. L’importante è pagare cashless. Una volta si diceva che a pagare digitale erano soprattutto i giovani, ma oggi i pagamenti senza denaro contante sono usati proprio da tutti. Tanto che secondo l’Osservatorio alimentari cashless di SumUp, che ha analizzato l’andamento dei pagamenti digitali degli italiani, la spesa alimentare nel primo trimestre 2024 si paga con la carta. Tra gennaio e marzo di quest’anno, infatti, i pagamenti elettronici sono cresciuti del 29,2%, soprattutto nei supermercati e nei negozi di alimentari. Una tendenza che riflette un cambio di abitudini nei consumi che ha avuto un’accelerazione durante la pandemia (quando toccare denaro e scambiarselo era veicolo di contagio) e poi non si è più fermata.

Sempre secondo lo studio, le province che nel primo trimestre 2024 registrano la crescita più alta di transazioni digitali sono Parma (165,9%), Prato (104,2), Pescara (103,9%), Pisa (103,4%), Macerata (84,6%) e al sesto posto troviamo Padova con un aumento della spesa cashless del 76,4%). Segue Ravenna (74,6%) e chiudono la top 10 Fermo (72,1%), Forlì-Cesena (66,9%) e Viterbo (64,5%).

Padova ha spiccato il volo

La città l’anno scorso ha avuto una vera e propria impennata turistica e questo spiega in parte il grande aumento di pagamenti digitali molto diffusi nel resto d’Europa e preferiti proprio da chi si trova in un paese straniero. Ma non sono abbastanza per giustificare la crescita padovana. Tanto più che, sempre secondo lo studio di SumUp, ad aumentare sono soprattutto le transazioni nei supermercati (29,2%) e, tra gli acquisti, il 68% è sotto i 20 euro.

Mentre meno del 7% supera i 50 euro. Le transazioni più in crescita sono quelle fino a 10 euro (39,4%) e sotto i 20 (22,6%). «Nonostante l’inflazione stia rallentando in molti settori – fra cui anche l’alimentare (scesa da 2,6% a 2,2% secondo l’Istat) – i prezzi restano ancora elevati e portano i consumatori a spendere meno o a fare spese più piccole – commenta Umberto Zola, growth marketing lead di SumUp – Nel primo trimestre del 2024 abbiamo osservato come il trend del cashless nei negozi di alimentari accompagni le nuove esigenze e le nuove abitudini dei consumatori, con una diminuzione dello scontrino medio digitale e un’alta percentuale di pagamenti senza contanti. I dati dell’Osservatorio dimostrano che la carta si usa non soltanto per la spesa nel carrello ma, soprattutto, per acquisti piccoli e quotidiani da pagare in cassa rapidamente o nei supermercati di prossimità e negozi di quartiere».

L’ora della spesa digitale

Addirittura lo studio analizza gli orari in cui si spende di più con la carta. Nonostante siano sempre più diffusi supermercati e negozi di alimentari aperti di sera o 24 ore su 24, la spesa alimentare si fa tra le 8 e le 14: in questa fascia oraria si concentra, infatti, il 56,4% delle transazioni senza contanti durante la settimana e il 64,3% nel weekend. Pur rappresentando una quota marginale, i pagamenti nelle ore serali e notturne sono quelli con i tassi di crescita più interessanti: dal lunedì al venerdì, tra le 22 e le 24 (23,6%) e fino alle 6 (24%); nel fine settimana tra le 22 e le 24 (18,9%).

I negozianti padovani

Qualcuno ancora è ostile: la spesa cashless proprio non la digeriscono alcuni bar, qualche panettiere e, in generale, il piccolissimo negozio. Ma il futuro è digitale, a dirlo il presidente Ascom Confcommercio Patrizio Bertin: «I colleghi devono adeguarsi ai clienti – scandisce – e i clienti desiderano pagare con la moneta elettronica. Del resto questo è il futuro: è più semplice ed è più sicuro perché non si portano contanti. Abbiamo fatto tante battaglie per i costi, siamo in grado di offrire convenzioni con le banche ai nostri associati a costo di commissione quasi zero. Ci sono ancora piccoli commercianti che fanno da soli e a loro diciamo di venire perché le soluzioni ci sono, anche del tutto gratuite. Dobbiamo rinunciare a queste forme di protezionismo, oggi si parla di intelligenza artificiale, di tecnologia sempre più sofisticata, non possiamo rimanere arretrati. Capisco alcune preoccupazioni, ma adeguarsi al futuro è indispensabile».

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