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Marca al voto, test del centrodestra tra  strappi, alleanze e lotte intestine

Marca al voto, test del centrodestra tra 

strappi, alleanze e lotte intestine

foto da Quotidiani locali

È la tornata elettorale più anomala degli ultimi decenni. E non certo perché alle europee si vota di sabato, giorno senza precedenti alle urne. E nemmeno perché 55 Comuni, quelli che vanno al voto per rinnovare sindaci e consigli comunali, sono più della metà dei municipi di Marca. Il test sarebbe di per sé validissimo per la portata – 399.249 gli elettori (201.436 donne, 197.813 uomini) – ma a giugno va in realtà inscena scena una competizione politico amministrativa mai così ricca di spunti, di schieramenti sui generis, di strappi e alleanze, intese e campi più o meno larghi.

C’è solo l’imbarazzo della scelta. La “mina politica” di Vittorio Veneto, con gli strappi del ribelle ed espulso Toni Da Re con i suoi sodali e di Forza Italia agli alleati del centrodestra, è solo la prima di una lunga serie di stranezze. È anche il più grande Comune di una lista non trascurabile dove la Lega semplicemente , si sfida in duelli fratricidi in casa e famiglia.

Hanno voglia gli alleati a dire che il centrodestra funziona, compatto nei 4 grandi Comuni al voto e in altri 20 municipi. Segreterie e vertici sono più in armonia dei territori e delle sezioni locali, effervescenti come le bollicine di Prosecco.

E se la Lega paga il dazio degli smottamenti e dei mal di pancia fra vecchia guardia e salviniani doc, fra le anime del congresso (stefaniani versus Coin & Co), ecco che Fratelli d’Italia, smanioso di aumentare sindaci e di pennoni, candida a primo cittadino suoi esponenti in metà dei comuni, fra tesserati e di area. E moltissimi contro la Lega. Altrettanti bracci di ferro per vedere chi è più forte.

Forza Italia? L’arrivo di Tosi e la sua campagna acquisti di nomi illustri anche nella Marca ha innescato ambizioni – si vedrà quanto legittime – non solo per il vento nazionale. Morale? Centrodestra ad assetto variabile, fra strappi, guerre feroci e concordie ai piani alti: non può essere altrimenti con un partito diviso (Lega), uno che vuol ratificare la leadership nazionale (FdI), uno che vuol crescere (Fi). Nemmeno il civismo, di moda, riesce a celare questo quadro.

E il centrosinistra? Anche qui, sorprese e scelte inedite, intese con Forza Italia, persino con la Lega, magari non ufficiali. E assenze come a Roncade.

Le partite

Vittorio Veneto tiene giocoforza banco, giocoforza. Riflettori anche su Preganziol, baluardo, anzi, una Stalingrado, per Pd e alleati, che si affidano ad Elena Stocco, assessora uscente delfina di Paolo Galeano. Il centrodestra ci prova con l’imprenditore meloniano Gianni Cestaro, dopo aver sacrificato il moderato Dino Vecchiato agli equilibri interni. Ieri il placet di Forza Italia al candidato.

A Mogliano viceversa è il centrosinistra che sfida con Giacomo Nilandi, vincitore delle primarie, l’uscente Davide Bortolato, ex Lega ora civico. Sul centrodestra l’incognita delle civiche dell’ex assessora centrista Giuliana Tochet, silurata da Bortolato, e di possibili tossine nei rapporti sindaco-Lega locale.

Altri Comuni da cerchiare in rosso: Valdobbiadene e Pieve di Soligo, linea del Prosecco e non solo, e Roncade. Qui la Lega non ha mai vinto, ma è ottimista: il Pd non corre.

E a proposito,il centrosinistra punta a a difendere Asolo, Zero Branco Monastier e altri feudi sparsi. Ma spera anche di (ri) conquistare comuni per le guerre leghiste. C’è chi spera, calcisticamente, in un “contropiede”.

In questo contesto, spunti e motivi di interesse non mancano: le stesse segreterie sono molto incerte. Nessuno si sbilancia. E chissà perché sia Lega che Fdi lamentano “disturbi”, e “sabotaggi” dai vertici regionali. Non è un mistero che ci si avvicini alla resa dei conti delle regionali fra Fdi e Lega, e la Marca è feudo di Zaia e il capoluogo ha il sindaco papabile successori.

Il fattore Asco

Poi c’è una partita nella partita, tutta giocata da Forza Italia: si chiama Ascoholding: citofonare Fabio Chies. Il coordinatore provinciale azzurro vuole aumentare le proprie quote in Asco, di cui ha il 16%.

L’obiettivo pressoché dichiarato è arrivare almeno al 25% (se non il 30%), con lo strappo di Vittorio e diverse partite speciali a San Fior, Revine, Monastier, Colle Umberto. Ma Lega, Fdi e Pd non staranno a guardare: Pieve di Soligo caput mundi, su questo fronte. —

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