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Falcinelli, gli Usa gli revocano il visto. Ma per lui pochi riflettori e nessuna candidatura alle europee

Niente più visto Usa per Matteo Falcinelli. Lo studente 25enne di Spoleto, fermato a Miami e torturato per 13 minuti (con mani e piedi legati tra di loro) nella cella di transito della stazione di polizia, non rientrerà in Italia, come era in programma per questo fine settimana. Se dovesse lasciare il Paese, potrebbe non ottenere un nuovo permesso per rientrare in Florida per sottoporsi in tempo al programma di messa alla prova che la corte di Miami gli ha offerto per mettere fine alla vicenda giudiziaria.

Falcinelli, niente visto per lo studente di Spoleto incaprettato

Ma per lui i riflettori della stampa sono quasi spenti. Niente titoloni, né appelli, né moti di solidarietà per il nostro connazionale, arrestato e rilasciato dopo due giorni in Florida. Nessuna candidatura alle europee come salvacondotto. Matteo non è una bandiera da sventolare contro il pericolo fascista alle porte, non ha le phisyque du role del militante.

Pochi riflettori e sdegno, nessuna candidatura alle europee

Il Dipartimento di Stato ha revocato il visto: è stata l’ambasciata americana a Roma a contattare telefonicamente Falcinelli per comunicargli la decisione. La brutta notizia dovrebbe generale una sollevazione sdegnata, registrata invece per Ilaria Salis, che proprio ieri ha ottenuto gli arresti domiciliari in Ungheria. Dopo il maldestro tentativo di sciacallaggio della sinistra che ha accusato il governo italiano di non essersi mosso abbastanza, regna il silenzio.

Un pasticcio giudiziario che preoccupa la famiglia

Si tratterebbe di un procedimento amministrativo in seguito all’arresto del giovane. Ma che arriva a distanza di quasi tre mesi dai fatti. L’episodio risale infatti alla notte tra il 24 e il 25 febbraio davanti a uno strip bar. Ma lo scandalo è scoppiato in ritardo. Solo dieci giorni la pubblicazione in esclusiva del Qn dei video delle bodycam, che ‘certificano’ le brutali violenze degli agenti ha sollevato l’opinione pubblica. E  provocato l’intervento del governo italiano e, in particolare del ministro degli Esteri Antonio Tajani. La Farnesina ha chiesto immediatamente conto all’amministrazione statunitense dei maltrattamenti allo studente italiano. Un impegno riconosciuto dalla famiglia e dallo stesso Matteo che in un collegamento a Prima di domani  su Rete Quattro ha ringraziato Tajani e il console italiano.

Per Matteo pochi riflettori e nessuna candidatura

Ora la revoca e il giallo sul rilascio del documento mettono a rischio l’iter giudiziario. Il rientro della famiglia in Italia era atteso nel weekend. Il giovane, che ha ricevuto danni fisici e psicologici – la mamma Vlasta Studenicova ha riferito di un tentato suicidio –  doveva essere sottoposto a alcune visite mediche per le conseguenze sulla salute provocate dalle violenze. Matteo e la madre hanno deciso di non partire e di annullare i biglietti aerei già acquistati.

Ora lo studente rischia il processo

Niente visto nonostante il giudice, dopo aver ammesso Falcinelli a un programma di rieducazione che fa decadere le accuse, avesse ordinato il rientro dello studente negli Usa non oltre il primo luglio. “Purtroppo non capiamo come mai non ci sia coordinamento tra queste due cose: da una parte Matteo ha l’ordine di rientrare, dall’altra il Dipartimento americano gli ha revocato il visto senza certezza che gliene venga rilasciato un nuovo”, dice preoccupata la mamma.

I video dei poliziotti che difendono la pratica

La decisione del Dipartimento avviene a pochi giorni dalla comparsa di nuovi video della polizia di Miami che sostiene di aver utilizzato la tecnica dell’hogtie  “per la  sicurezza” del ragazzo. Tesi smentita dalla famiglia di Falcinelli che ha diffuso il video in cui lo studente colpisce con la testa due volte contro il muro, mentre solo successivamente alle violenze, lo fa violentemente contro le sbarre dell’auto della polizia che lo trasporta in carcere.

Il governo e la Farnesina pronti ad andare fino in fondo

Il governo Meloni e la nostra diplomazia, con buona pace del polverone delle sinistre, hanno subito reteso chiarimenti all’amministrazione Biden, come per tutti i casi di maltrattamento e violazione dei diritti dei detenuti italiani all’estero. E ora si lavora per una denuncia formale nei confronti degli agenti. La procura di Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti dopo le segnalazioni del Consolato italiano.

 

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