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La meta più bella è quella di Alyssa D’Incà. «Una lunga corsa di sessanta metri»

Era il 14 aprile. La Nazionale italiana femminile aveva appena segnato alla Francia, ma non era sazia. Emma Stevanin prende l’ovale, lo passa ad Alyssa D’Incà, che inizia una splendida volata di sessanta metri. Un difensore saltato come un birillo e poi il pallone depositato a terra fra gli applausi del pubblico.

È questa la metà più bella del torneo Sei Nazioni 2024, un riconoscimento importante per la bellunese in forza al Villorba (26 caps in azzurro), che vince il premio “Try Of The Championship. Il premio fa il paio con quello vinto da Lorenzo Pani al maschile (il trequarti delle Zebre con la meta segnata a Cardiff nell’ultimo turno del Guinness Men’s Six Nations).

Le altre candidate erano Annaëlle Deshaye (Francia), per la meta segnata con l’Italia; Ellie Kildunne (Inghilterra) per la sua marcatura contro il Galles e Abby Dow (Inghilterra) per la meta segnata all’Irlanda. A vincere alla fine però è stata la ventiduenne azzurra, autrice di tre mete nel corso del torneo.

Alyssa, te l’aspettavi?

«Sinceramente no, pensavo andasse ad una giocatrice di un paese più importante a livello rugbystico. Anche per questo è molto gratificante».

Riesci a rivivere quella meta?

«Stavamo perdendo ed era arrivata da poco la prima nostra marcatura. L’allenatore aveva fatto un po’ di cambi e la squadra era più fresca. Emma mi ha dato il pallone e ci ho provato. Ero a sessanta metri dalla linea di meta, ma con un solo difensore da saltare. E ci sono riuscita».

Non è stata l’unica in un ottimo Sei Nazioni…

«Io per il premio avrei scelto quella contro la Scozia, anche perché era arrivata dopo uno splendido lavoro di squadra. Ma – sorride – va bene anche così».

Il premio lo ha vinto Lorenzo Pani al maschile.

«Anche lui è del 2002 dome me, così come Tommaso Menoncello che ha vinto quello di miglior giocatore. Si vede che è un’annata importante».

Sabato 25 maggio a Casale c’è la finale scudetto fra il tuo Villorba e il Valsugana. Lo alziamo questo tricolore?

«Ho una voglia matta di vincerlo, sono focalizzata su quell’obiettivo. La partita è difficile, però credo sarà molto più equilibrata di quella dello scorso anno. E spero anche più fortunata per me, che ero dovuta uscire per infortunio».

Sei un nome importante in ambiro europeo. Sono arrivate proposte per andare a giocare all’estero?

«È un po’ che se ne parla, ma preferisco non commentare e pensare invece che le nostre prestazioni hanno fatto aumentare la visibilità di tutto il movimento femminile. Basti pensare che dodici mesi fa fa votarono on line 15 mila persone, quest’anno 33 mila”.

Quanto lavoro per arrivare a questo livello?

«Tantissimo, sia a livello fisico che mentale. Io sono una che mi faccio prendere dall’emozione e soffro un po’ la pressione. In questo senso mi hanno aiutate le psicologhe della nazionale, che ringrazio. E poi, ho trovato nel Villorba e nell’Italia due gruppi che credono in me. Ora non voglio più fermarmi».

Ti aspettiamo alla Festa dello sport del Corriere delle Alpi, sabato 22 giugno al Palaghiaccio di Feltre…

«Molto volentieri».

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