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Accoglienza dei migranti a Trieste, il sopralluogo in via Flavio Gioia e le intenzioni del Comune

TRIESTE Un solo muro lo separa da chi è lasciato a vivere tra i propri escrementi al Silos, circondato da immondizia e topi che mordicchiano i piedi. Abbandonati in condizioni igienico sanitarie miserevoli e ritenute inqualificabili. Intollerabili.

Eppure l’ex mercato comunale di via Gioia, sembra essere uno spazio di «accoglienza possibile» per i migranti della Rotta balcanica. Basterebbero «interventi contenuti», dicono dal centrosinistra, per renderla un’alternativa – almeno tecnicamente – percorribile alla miseria del fatiscente Silos, considerato inagibile dalla sua stessa proprietà (Coop Alleanza 3.0) o dell’Ostello degli scout a Campo Sacro, per il quale lunedì verrà portata in giunta una delibera per il passaggio di concessione alla Prefettura.

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Il sopralluogo

Le porte dell’immobile, di proprietà del Comune, si sono aperte giovedì per un sopralluogo della Quarta commissione consiliare, convocata dal forzista Lorenzo Giorgi a seguito di una richiesta dell’opposizione, inoltrata più di due mesi fa.

All’ingresso del vecchio mercato ci sono i consiglieri comunali di centrodestra e centrosinistra, alcuni esponenti di Adesso Trieste, i rappresentanti di associazioni umanitarie e movimenti che si occupano di prima accoglienza – Ics, Linea d’ombra, Donk, Diaconia Valdese, San Martino al Campo – e privati cittadini.

Rita Cian, dell’associazione Luca Coscioni, consegna una lettera diretta alla politica locale, in cui si chiede di «superare l’inaccettabile situazione di abbandono e degrado» che si consuma dietro la stazione dei treni.

L’ex mercato di via Gioia potrebbe essere un’alternativa. L’edificio è abbandonato da circa vent’anni, ma è spazioso e asciutto. Al suo interno non ci sono ratti o serpenti ma uscite di sicurezza, finestre e un tetto che ripara dalla bora. Ci sono allacci alla rete elettrice e idrica, pronti all’uso a fronte di un «minimo intervento». Ci sono i bagni, una quindicina di sanitari, adatti anche a disabili, e docce in cui lavarsi. Ci sono stanze, che in realtà sono gli spazi in cui anni fa dimoravano i venditori, e dove oggi riuscirebbero a stare fino a cento brandine, trasformando quello stabile inutilizzato in un dormitorio a bassa soglia e alta rotazione, per dare riparo a chi vuole restare o solo riposare, per ripartire verso l’Europa.

Cento brandine, tante quanti i migranti della Rotta balcanica che anche stanotte – stando alle associazioni umanitarie – dormiranno nel vicino Silos. E tante, ancora, quante quelle che erano state previste nel piano di accoglienza proposto dalla stessa giunta comunale nel 2022. Ma di quel progetto non se ne fece niente: accantonato dopo le elezioni politiche e la ribalta di Fratelli d’Italia.

Ancora oggi i meloniani rimangono fermi su quella posizione, con il capogruppo Marcelo Medau che definisce la migrazione «un fiume in piena» ma assicura che «continueremo a bloccarli», i migranti.

Eppure i migranti continuano ad arrivare e l’ex mercato di via Gioia sembra essere uno «spazio sostanzialmente pronto all’uso, al quale basterebbero pochi accorgimenti per essere allestito», afferma il capogruppo di At Riccardo Laterza, proponente della mozione in cui si chiedeva di verificare le condizioni della struttura.

L’immobile è di proprietà del Comune, ma rientra in un accordo di programma sottoscritto tra Comune, Regione e Silos Spa che, precisa l’assessora al Patrimonio immobiliare Elisa Lodi, prevede la «riqualificazione dell’area ex Silos e la cessione della struttura dell’ex mercato a privati»: la sua destinazione dunque «sarà altra».

Il sintomo di una «politica malata, che non risponde alle esigenze», dice Giorgio Sclip di Punto Franco. «Incomprensibile», insiste il capogruppo del Pd Giovanni Barbo, che quello spazio «non venga utilizzato per dare sistemazione più dignitosa» a chi dorme nel Silos: se anche «il centrodestra ha idee diverse per il futuro dell’ex mercato, oggi – afferma il dem – ha il dovere di dare una risposta di umanità».

Ma il sindaco Roberto Dipiazza è fermo. «In città non c’è posto», dice il primo cittadino: la struttura che accoglierà i richiedenti asilo sarà quella dell’Ostello scout di Prosecco.

Lunedì, annuncia il sindaco, «verrà portata in giunta la delibera per il passaggio di concessione alla Prefettura: di lì si procederà con i lavori per adattare la struttura» ad accogliere chi arriva dai Balcani e attende di essere trasferito altrove. Lo sgombero del Silos, assicura, «avverrà il prima possibile».—

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