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Multe da Autovelox: arriveranno mai i rimborsi?

Gli autovelox continuano a bersagliare di contravvenzioni gli automobilisti, soprattutto al Nord, dove si è diffuso il fenomeno «Fleximan». Eppure, anche se si tratta di sanzioni che possono essere annullate, forse non vale la pena di fare causa. Ecco perché.

Più di 1,5 miliardi di euro. Sì, trattasi di miliardi. Sono questi i proventi nel 2023 di multe e sanzioni a carico di famiglie che hanno violato il codice della strada, secondo uno studio condotto da Facile.it sui dati del Siope (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici). Una valanga di soldi spesso in seguito al superamento dei limiti di velocità registrati dai tanto odiati autovelox. D’altronde il fenomeno di «Fleximan» è eloquente: soprattutto al Nord - Veneto e Piemonte in testa - decine e decine di sistemi di misurazione della velocità sono stati abbattuti con il flessore (da qui il nome del «supereroe»). provincia di Padova. Qui u

Qualcosa, però, a brevissimo potrebbe cambiare. Almeno in teoria. Tutto nasce dal fatto che solo poche settimane fa è stato accolto il ricorso di un avvocato di Treviso perché l’autovelox era «approvato» ma non «omologato». E qui subentra un curioso giallo. Già, perché «la non omologazione non caratterizza solo quel particolare autovelox, ma tutti. Indistintamente». Parola di Giorgio Marcon, esperto di elettronica e «consulente tecnico investigativo» del Centro tutela legale che assiste gli automobilisti nei ricorsi. Ma c’è di più. «Non è solo l’autovelox a non essere a norma, sono tutti gli strumenti utilizzati dalla Pubblica amministrazione per fini sanzionatori a non esserlo». In altre parole, gli autovelox «sono strumenti di statistica, non utilizzabili a fini sanzionatori». Ergo, spiega il tecnico a Panorama, «tutte le sanzioni emesse da apparechiature non legali sono nulle, lo dice anche la Cassazione in plurime sentenze, che buona parte della Pubblica amministrazione e giudici hanno omesso di rispettare».

La domanda a questo punto sorge spontanea: bisogna aspettarsi una marea di ricorsi per multe potenzialmente ingiuste? Teoricamente sì, in pratica no. «Non è detto che tutti i cittadini facciano ricorso, perché ben presto potrebbero rendersi conto che conviene pagare le sanzioni piuttosto che intentare cause che durano a volte anni, rimettendoci molto più denaro per avvocati e spese legali», spiega Claudio La Martina, avvocato siciliano, esperto di Codice della strada. Sono d’altronde conti e tabellari a parlare per tutti. Partiamo dal principio. Nella prima fase il ricorso al prefetto è gratuito, ma solo se fatto entro 60 giorni dalla contestazione: se viene però respinto la multa raddoppia. Eventualità che si evita ricorrendo direttamente al giudice di pace. In questo momento si può ancora fare a meno di un avvocato. Unica spesa viva è il cosiddetto «contributo unificato» che può arrivare, a seconda dell’entità della multa, fino a 237 euro. In questa fase, dunque, ancora converrebbe fare ricorso. Il punto, però, è che se il cittadino dovesse vincere in primo grado è quanto mai certo che le Pubbliche amministrazioni facciano ricorso prima in appello e poi in Cassazione.

Ed è qui che la musica cambia. E di molto. Non solo (e non tanto) perché cresce il contributo unificato, ma soprattutto perché nei successivi gradi di giudizio il cittadino non può difendersi da solo ma dev’essere assistito da un legale cui bisognerà pagare l’onorario che oscilla tra 849 e 2.546 euro, ma può arrivare fino a 4.373 euro. Parcelle non di poco conto per multe che a quel punto conviene saldare. Anche perché altro fattore da considerare è il tempo. Gli ultimi dati dicono che, in media, la durata di una causa civile in Italia è pari a tre anni per il giudizio di primo grado, due anni per l’appello, un anno per la Cassazione. Visto quanto «non convenga», allora, sembra quasi che le amministrazioni pubbliche moltiplichino le contravvenzioni tempestando il territorio di competenza di autovelox. Con l’unico obiettivo di fare cassa. Non è un caso che anche piccoli centri riescano così a garantirsi guadagni milionari. Stando alla classifica, elaborata da Facile.it, chi più ha beneficiato di multe è Carrodano, 473 abitanti in provincia di Spezia e incassi per 975.797 euro. Al secondo posto c’è Colle Santa Lucia, nel Bellunese: 346 abitanti e 747 mila euro. Al terzo posto, invece, troviamo Canda, nel Rodigino: 832 abitanti e 426 mila euro.

Un ulteriore e lampante esempio concreto di tutto questo arriva da uno dei comuni «colpiti» da Fleximan. Siamo a Tribano, quattromila abitanti in provincia di Padova e amministrazione a guida centrosinistra. Secondo la denuncia del consigliere di opposizione Roberto Bazzarello, «a dicembre 2023 la giunta comunale e successivamente il consiglio, con il nostro voto contrario, hanno approvato il bilancio 2024 con la previsione di un milione di euro da sanzioni del Codice della strada». Questo fa pensare che l’intenzione dell’amministrazione sia quello di reinstallare l’autovelox abbattuto a fine 2023. D’altronde in soli due mesi di impiego sono state collezionate ben novemila sanzioni. «Appare evidente che l’autovelox non sia mai servito per fare prevenzione ma per incassare fondi» conclude Bazzarello. Un dubbio che è più condiviso di quanto si pensi.

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