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Se è troppo bello per esser vero, non è vero: il mondo dei siti fake shop

Un'indagine ha rilevato la presenza di decine di migliaia di portali truffa, indicizzati dai motori di ricerca

L'articolo Se è troppo bello per esser vero, non è vero: il mondo dei siti fake shop proviene da Giornalettismo.

Centinaia di migliaia di vittime che sono cadute in un raggiro internazionale. Da chi voleva solamente comprare una borsa di marca a chi voleva acquistare un paio di scarpe. Migliaia di siti fake shop che facevano parte della stessa galassia, con il software centrale realizzato e controllato in Cina. Numeri da capogiro, così come quelli del giro d’affari di questo ecosistema di truffe online basate sull’e-commerce. Una vicenda che è venuta alla luce grazie a un’inchiesta coordinata dalla società tedesca di consulenza per la sicurezza informatica Security Research Labs e a cui hanno collaborato testate di prestigio come Le Monde, Die Zeit e The Guardian.

Siti fake shop, la galassia delle truffe online

Il sistema centrale è stato ribattezzato BogusBazaar. Di fatto, si tratta di un’infrastruttura Fraud-as-a-Service che metteva a disposizione dei truffatori le piattaforme e dei domini scaduti che avevano un buon ranking sui motori di ricerca. Proprio questo aspetto ha provocato un’infinità di guai per gli utenti. Cercando un modello di una determinata borsa di una determinata marca, tra i primi risultati apparivano questi portali. Peccato che nella maggior parte dei casi i prodotti acquistati (e regolarmente pagati) non siano mai arrivati. Alcuni hanno ricevuto merce contraffatta di pessima fattura, altri hanno subito il furto dei proprio dati di pagamento. Il tutto avveniva usando lo specchietto dei “prezzi ribassati”, con prodotti dal valore commerciale di centinaia di euro venduti alla metà del prezzo.

Questa indagine, però, arriva oltre un anno dopo rispetto a quella realizzata in Italia da Yarix, che fa parte di Var group. Nel gennaio del 2023, infatti, con laFashionMirror Operation fecero oscurare gli IP di decine di migliaia di siti fake shop che operavano “tranquillamente” nel nostro Paese. Un’indagine approfondita in cui sono emersi numeri spaventosi: milioni e milioni di euro guadagnati utilizzando nomi di marchi e brand italiani. E oggi a che punto siamo? Ne abbiamo parlato con Diego Marson, Chief Security Officer della Digital Security Var Group.

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