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L'Inter verso Oaktree: cosa succede nel dopo Zhang

Le possibilità che la mattina del 22 maggio l’Inter si svegli con una nuova proprietà – non più quella cinese di Zhang ma il fondo statunitense Oaktree – crescono in maniera direttamente proporzionale con il passare delle ore che scadenzano le tappe d’avvicinamento all’ora X. Il debito che l’attuale numero uno del club campione d’Italia ha nei confronti di Oaktree sta scadendo. Il 21 maggio è la deadline a meno di rinvii di cui al momento non c’è traccia. Non perché Oaktree, da quanto risulta, sia pregiudizialmente contraria a cercare anche fino all’ultimo una soluzione al rebus ma perché dalla Cina non si sta muovendo nulla. O quasi.

Da giorni, dopo le voci filtrate su un accordo trovato da Zhang con Pimco che avrebbe fatto quadrare il cerchio del giovane Steven Zhang, sulla vicenda è calato il silenzio. Comunicativo ma soprattutto tra le parti ancora impegnate a risolvere ostacoli di carattere tecnico non secondari quando si affronta un affare da 375 milioni di euro con in mezzo il pegno di una società calcistica da mezzo miliardo di fatturato, bond in essere con clausole e impegni presi a lunga scadenza. Materia da trattare con la massima attenzione e riservatezza e anche con un margine di tempo adeguato per sistemare ogni possibile increspatura.

Sul dossier lavorano da mesi due advisor di primo livello come Goldman Sachs e Raine Group: soggetti abituati a muoversi nel mondo della finanza e con una credibilità a prova di qualsiasi smentita. La stessa di Oaktree Capital Management, che gestisce asset per circa 170 miliardi di dollari, e di PIMCO che ha in portafoglio oltre 1800 miliardi. Risulta poco credibile che le schermaglie riguardino i loro rapporti, oltretutto estesi anche ad operazioni differenti rispetto a quella del rimborso del prestito concesso nel 2021 da Oaktree a Great Horizon (la società controllante l’Inter): 275 milioni di euro con tasso di interesse al 12% da rimborsare al 20 maggio 2024 in un’unica soluzione.

Fonti vicine ad Oaktree respingono, dunque, l’idea che a bloccare tutto sia una tattica ostruzionistica del fondo, spinto dalla volontà di escutere il pegno (Inter) per poi procedere autonomamente alla sua cessione, oppure dal tentativo di obbligare Zhang a un rifinanziamento interno a condizioni ancora più favorevoli al creditore.

Steven Zhang da quasi un anno è in Cina, lontano fisicamente dagli affari dell’Inter anche se nel club viene raccontato come molto presente nelle questioni gestionali, seppure a distanza. Ma anche, altro tassello del puzzle, difficile da contattare nelle ore caldissime in cui si sta giocando tutto come a una partita di poker. Circostanza che rende poco verosimile lo scenario di una soluzione in extremis che ricalchi quanto raccontato nelle ultime settimane.

Unendo tutti i pezzi del puzzle, dunque, la conclusione è che oggi la possibilità che l’Inter passi di proprietà allo scadere del prestito (21 maggio perché il 20 è festa in Lussemburgo) è diventata estremamente concreta. Oaktree si sta cominciando a muovere anche in questo senso perché – a differenza di quanto è stato fatto trapelare circa la non volontà di gestire il club – la verità è che, se si dovesse arrivare all’escussione del pegno ci sarebbe da garantire alla società la possibilità di agire senza subire scossoni.

Qui entra la seconda parte del ragionamento, emerso da confronti con soggetti a conoscenza delle strategie di Oaktree. Il fondo statunitense è perfettamente consapevole del valore e del potenziale dell’Inter, rispettoso della sua storia e del bacino di decine di milioni di tifosi in giro per il mondo. Avendo dal 2021 due consiglieri del cda entrati come garanzia nel momento di erogazione del prestito, ha anche seguito da vicino il lavoro dell’attuale management. Oggi l’Inter è una società vincente sul campo e che ha intrapreso la via della sostenibilità economica: il bilancio al 30 giugno 2024 si chiuderà con un sostanziale dimezzamento del passivo registrato nel 2023 (-30/40 milioni di euro) con la proiezione di un possibile equilibrio già nel 2025. I costi sono stati progressivamente tagliati e i ricavi sono cresciuti, non solo per i risultati del campo ma anche per gli enormi progressi compiuti sul lato commerciale.

Quello che i tifosi dell’Inter devono aspettarsi nel caso di nuova proprietà è, insomma, la continuità con il presente. Beppe Marotta nella parte sportiva e Alessandro Antonello per quella corporate hanno accumulato credito sufficiente da spendere, il progetto sportivo per la prossima stagione è stato impostato e sul tavolo ci sono rinnovi pesanti che attendono il via libera. Da chi? Zhang (difficile) oppure Oaktree. Anche se fosse la seconda ipotesi, la sensazione è che non ci si troverebbe di fronte a uno tsunami.

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