Ambra Sabatini: «Credetemi, sono fortunata»
“Ero in scooter con mio padre quando ho avuto il mio incidente. Ci sono venuti addosso e per mio padre era un grandissimo dispiacere. Avevo 17 anni. La mia gamba era messa davvero male, ma non ho mai perso la lucidità e sapevo che le protesi mi avrebbero aiutato. Fin da subito avevo la certezza che avrei ripreso a correre e che ce l’avrei fatta. Ho cercato con tutta me stessa di essere coraggiosa e l’ho fatto anche per i miei genitori. Non volevo vederli così, erano distrutti perché, in quei momenti, sembrava che la mia vita fosse finita. Ecco, non mi sono mai arresa e, quando tutto era difficile, non ho mollato e ho ripreso in mano la mia vita: a giugno ho avuto il mio incidente e a settembre ho fatto il primo tuffo a mare”. Chi parla è la velocista livornese Ambra Sabatini, scelta insieme al ciclista, Luca Mazzone, come portabandiera dell’Italia per i Giochi Paralimpici di Parigi 2024. Ambra Sabatini ha 22 anni e ha sempre creduto in se stessa, anche quando subiva l’amputazione della gamba sinistra fin sopra il ginocchio. Oggi ha raggiunto il record del mondo sui 100 metri, vanta un oro ai Giochi di Tokio 2021 e ai mondiali di Parigi 2023. Il prossimo 13 giugno, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le consegnerà la la bandiera italiana da portare a Parigi
Lei si sente fortunata?
Certo! Sono stata fortunata. Anzi, mi sento la ragazza più fortunata al mondo perché, per una serie di coincidenze, sono qui e quindi questo è il più grande dono che ho. Mi sono impegnata e poco dopo il mio incidente sono diventata campionessa del mondo sui 100 metri a Dubai. Poi, sono stata convocata a Tokio, dove ho stabilito il record mondiale con 14”11, primato superati ai campionati mondiali di Parigi 2023 con 13”98.
Quali sono stati i momenti più belli della sua vita?
Momenti belli ce ne sono stati tanti, ma una delle vittorie più grandi è stata quella dei campionati mondiali di Parigi del 13 luglio 2023, quando ho conquistato la medaglia d’oro con il record mondiale che mi ero preposta di raggiungere da tempo. Per me è stata una vittoria grandissima, anche perché veniva da un anno difficile, quello in cui cercavo di costruire un mio nuovo equilibrio dopo tanti cambiamenti.
Quali sono state le decisioni più importanti che ha dovuto prendere durante l’anno di cambiamento?
Costruire un nuovo equilibrio non è semplice. Decidere di focalizzarsi sullo sport significa anche vivere le pressioni delle aspettative e questo non è semplice, ma bisogna sognare sempre. Bisogna credere in se stessi e quando c’è passione e dedizione, si è già a un buon punto. Bisogna crederci in quello che si vuole diventare.
Quando ha capito cosa voleva fare nella vita?
Il sogno sportivo è nato quando ero una ragazzina. Mi sentivo a mio agio solamente quando gareggiavo. Veniva fuori quel lato agonista di me che era naturale. Ero me stessa e anche oggi, quando sono in pista mi sento a mio agio e divento anche un’altra persona rispetto a quella che sono nella mia vita quotidiana. Sono sicura, decisa e fiduciosa nelle mia capacità.
Che consiglio darebbe ai suoi coetanei se li avessi qui di fronte a lei in questo momento?
Seguite e fate quello che vi piace. Fate tutto ciò che vi fa sentire a vostro agio. Sappiate che i momenti difficili arrivano quando ci si preoccupa per gli altri. A volte non si vogliono deludere le aspettative, che poi però possono venire anche dai canoni imposti dalla società. A volte la società ci vuole performanti in tutto ed è difficile mantenere tutto in equilibrio. In quei momenti bisogna sapersi ascoltare e assecondare se stessi. Volersi bene.
Sei soddisfatta di te e degli obiettivi sportivi raggiunti?
Sono soddisfatta, ma so quali sono le mie priorità: lo sport e la famiglia. Il 7 settembre ci sarà la mia gara a Parigi e spero di conquistare l’oro!