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Fleximan, gli indizi nei social: «Non importa chi sono ma quello che faccio»

Fleximan, gli indizi nei social: «Non importa chi sono 


ma quello che faccio»

foto da Quotidiani locali

«Non è tanto chi sono, quanto quello che faccio che mi qualifica». Il post è del 28 gennaio, in quei giorni, guarda caso, sono stati segati gli autovelox di Carceri e Villa del Conte, nel Padovano: Enrico Mantoan posta nella propria pagina Facebook un altro “collega” mascherato, Batman, notoriamente geloso della propria identità proprio come Fleximan.

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Sono giorni in cui si fa a gara – le autorità in primis, ma ovviamente anche il popolo dei social che acclama l’eroe – nel dare un volto al giustiziere dei velox. Ma scorrendo la bacheca del 41enne padovano gli omaggi a Fleximan si sprecano, e oggi viene automatico ritenerli tanti piccoli indizi disseminati forse da chi, proprio dietro la maschera, tra pagine di giornale e notiziari, qualche risata se la stava probabilmente facendo.

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L’11 gennaio, al termine del filotto di danneggiamenti nel Polesine e nel giorno del sabotaggio al Passo Giau, Mantoan si professa “divertito” su Facebook pubblicando un’immagine di Fleximan e mettendo come colonna sonora di fondo “Robin Hood” di Cristina d’Avena.

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Qualche tempo prima, nelle ore del doppio blitz a Corbola e Taglio di Po, ecco un altro chiaro messaggio: «Se son rose fioriranno. Se son velox… taglieranno!». Altro post, altro endorsement il 4 gennaio: «Avevamo bisogno di un eroe che ci salvasse ora!». Con un caloroso grazie, «chiunque tu sia». Un autocompiacimento?

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