World News in Italian

Annachiara, Luciano e i 117 dipinti d’autore da Timmel a Marussig: «Un regalo alla città come i veri triestini»

TRIESTE. Erano molti anni che Trieste non conosceva un gesto di liberalità così ingente: una collezione di 117 dipinti, una vera e propria antologia della pittura giuliana tra Ottocento e Novecento, acquistata da un importante collezionista e donata poi al Comune. Un valore stimato tra i 400 e i 500.000 euro.

Un atto di mecenatismo

Ma i coniugi Annamaria e Luciano Luciani vivono con assoluto understatement questo atto di mecenatismo: «Un moto spontaneo, i triestini delle trascorse generazioni con i loro lasciti hanno consentito la creazione dei musei che oggi arricchiscono la città, abbiamo così ritenuto di rinverdire questa tradizione. I musei sono casa nostra, ci stupiamo di aver destato tanta impressione».

Decisione rapida

Una decisione rapida, assunta nel giro di 3-4 giorni, una volta formalizzata la cessione di Alder, l’azienda produttrice di formaldeide sul Canale navigabile, alla Fantoni: una parte dell’incasso è stata “girata” ai proprietari della preziosa collezione pittorica, che ne avevano affidato la vendita all’asta alla Stadion di Furio Princivalli. Collezione cospicua, al punto che ne resta in vita un’altra metà.

Asta bloccata: acquistato l’intero blocco

E venerdì pomeriggio Princivalli, non appena appresa la notizia dell’operazione, ha bloccato l’asta: perché i coniugi Luciani hanno acquistato l’intero blocco e l’intero blocco consegneranno alla civica Cultura. Per il Municipio il rapporto è stato coltivato dall’assessore Giorgio Rossi, la Soprintendenza tenuta aggiornata attraverso Claudia Crosera. Il combinato disposto delle belle opere esposte e del coup de théatre provocato dall’asta revocata ha suscitato la curiosità della platea triestina, che ieri mattina si è riversata nella sede di Stadion in riva Tommaso Gulli: anche stamane, dalle 10 alle 13, sarà possibile visitare i 117 quadri allestiti.

Dono al museo Revoltella

Quando i Luciani affermano che i musei sono casa loro, si riferiscono a una lunga consuetudine di attenzione e di supporto alle istituzioni culturali: il Winckelmann, i disegni di Tiepolo, il de Enriquez, ma anche l’Archivio di Stato. E adesso sono più che mai protagonisti: hanno negoziato con Rossi quale potrà essere la destinazione del dono, che avrà il museo Revoltella come accipiente. Sì, ma dove? Si valuterà: forse il soppalco, forse il secondo piano, forse un parziale coinvolgimento del vicino Sartorio. E senz’altro la pubblicazione di un catalogo dedicato ai 117 cadeaux.

Nel mirino c’era anche Rotonda Pancera

Anna Maria svela un piccolo, curioso retroscena: la sua primissima intenzione era di comprare Rotonda Pancera, un’antica passione. Ma lentezze burocratiche avevano frenato l’operazione. E così il cannocchiale dei Luciani si è spostato sui 117 dipinti, «di alta qualità - commenta Princivalli - è un buon momento per l’arte triestina, riceviamo richieste da tutto il mondo. Londra è una piazza all’erta. In particolare, piacciono Timmel e Barison».

Conversare con i Luciani significa fare un viaggio politico ed economico euromediterraneo. Annamaria è di madre greca, di cognome Plyta, una famiglia che diede ministri e sindaci di Atene. La signorina Plyta conobbe il futuro marito, l’ingegnere Ernesto Contento, quando il giovane professionista lavorava al Pireo. In seguito Contento, rientrato a Trieste, realizzò una fabbrica specializzata in gru nel Magazzino 90 del porto, di fianco alla Torre del Lloyd.

La storia di Luciano

Nel 1954 il ventitreenne Luciano si laureò in ingegneria chimica al Politecnico milanese e venne poi assunto dalla Montecatini, dove maturò le prime esperienze di ricerca e di produzione sulla formaldeide, un composto utilizzato nell’industria del legno. Ma la Montecatini scelse di puntare su altre lavorazioni ritenute più interessanti a livello economico. Luciani pensò allora di rientrare a Trieste e, con il consiglio rivelatosi lungimirante del suocero Contento, acquistò un terreno in riva Cadamosto sul Canale navigabile dove sorse e s’ingrandì l’Alder, nella quale mise a profitto le conoscenze sulla formaldeide assunte durante il periodo milanese.

La fabbrica di formaldeide

Quel know-how dimostrò feconda resilienza: oltre alla produzione triestina del composto, Luciani s’ingegnò nella progettazione di impianti pensati per fabbricare formaldeide in varie parti del mondo. Finchè, di recente, l’azienda è stata ceduta alla osovana Fantoni, diretta fruitrice della formaldeide per la propria gamma produttiva (pannelli truciolari): l’origine della fortunata chance comunale.

Читайте на 123ru.net