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Due aggressioni in pieno centro a Udine, tre giovani accoltellati: un minorenne è in gravi condizioni

Due aggressioni in pieno centro a Udine, tre giovani accoltellati: un minorenne è in gravi condizioni

Il primo agguato in vicolo Brovedan, vicino a piazza San Giacomo, il secondo episodio tra le vie Giusti e Carducci

UDINE. Le urla, le minacce, gli spintoni e poi quel coltello che spunta e trafigge all’addome un ragazzino, lasciandolo a terra sanguinante. E ne ferisce un altro al braccio.

Questo il primo grave episodio di violenza, poco prima delle 18 di sabato 18 maggio, in vicolo Brovedan, a due passi dal “salotto” di Udine, da piazza San Giacomo.

Poco dopo, stessa scena, stavolta tra via Giusti e via Carducci: un altro giovane accoltellato finisce al pronto soccorso.

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Due episodi ancora tutti da mettere a fuoco. Se ne sta occupando la polizia e di sicuro le telecamere – in vicolo Brovedan, per esempio, ce ne sono diverse – aiuteranno. Quel che è certo è che uno dei ragazzi, un minorenne, è arrivato al Santa Maria della Misericordia in condizioni critiche. Il personale sanitario, infatti, ha seguito per lui le procedure previste dal “codice rosso”, ossia quelle per i pazienti ritenuti in pericolo di vita. Mentre le condizioni degli altri due giovani sono meno gravi.

A raccontare quello che è successo, per quello che hanno potuto vedere e sentire, sono alcuni residenti: «Mio figlio stava studiando – racconta una donna – e, all’improvviso, ha sentito i toni di voce alzarsi, frasi aggressive. Mi ha chiamato per dirmi di non passare di lì, al mio rientro, perchè sarebbe stato pericoloso. Poi abbiamo visto un ragazzo giovanissimo, senza maglietta e con una vasta ferita nella parte bassa del torace».

Stando a quanto riferiscono i testimoni, anche un secondo ragazzo aveva una ferita al braccio. E a confermarlo, in vicolo Brovedan, nel tardo pomeriggio di sabato 18 maggio, c’erano decine di macchie di sangue.

Nonostante il grave episodio appena accaduto, nel vicolo, una volta andata via la polizia, riprende il via vai di gruppi di ragazzini. Si muovono “in branco”, spesso vestiti di scuro. Cappucci, cappellini calati sul viso. Sicuri di sé, alle volte – e per fortuna non tutti – mostrano modi di fare aggressivi e irrispettosi anche nei confronti di adulti o di addetti alla sicurezza che, magari, li riprendono per qualche motivo.

Sembra che in molti siano venuti per cercare di capire che cosa è successo. Alcuni si infilano nei bagni pubblici, poi vanno fuori e dentro, evidentemente per motivi diversi da quelli di un bisogno fisiologico.

«Questo – spiega un signore che abita nella via e si dice preoccupato – è un vero e proprio punto di ritrovo di queste specie di bande. Secondo quanto possiamo osservare ogni giorni, lo spaccio avviene alla luce del sole. Nascondono la droga nei contatori, in qualche pertugio tra un edificio e l’altro. E non è raro che ci siano regolamenti di conti. Forse anche quello di oggi lo è stato, chissà. Comunque alcuni parlavano in una lingua straniera, ma non mancavano ragazzi e ragazze italiane».

«C’è da aver paura a tornare a casa – tuona un’altra signora stufa di tale situazione –, questi ragazzi ti insultano, ti provocano. E poi fanno continuamente schiamazzi, sporcano con deiezioni e vomito. Temo soprattutto per i miei figli, quando devono rientrare a casa. La situazione era migliorata quando passavano costantemente le guardie giurate. E sarebbe bene che percorressero il vicolo anche le pattuglie delle forze dell’ordine, senza fermarsi a piazza San Giacomo. Chiediamo solo questo».

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