Cannavaro: «A Frosinone senza calcoli. Destabilizzati dall’infortunio di Success»
«Questo punto ci permette di andare a Frosinone a giocarcela senza fare calcoli, ma adesso chiedo ai miei giocatori l’ultimo sforzo che è fondamentale per tutti».
Non fategliela neanche vedere la calcolatrice a Fabio Cannavaro, ma parlategli solo di fattori umani, di abnegazione e di quella voglia di non arrendersi mai, soprattutto a 90 minuti dalla salvezza. Perché l’allenatore dell’Udinese che ieri ha provato l’imponderabilità del calcio, come forse non gli era mai capitato in panchina, adesso dice di «avere bisogno di tutti, sperando di ritrovare Thauvin», ma soprattutto dei suoi uomini in vista dell’ultima decisiva sfida salvezza a Frosinone.
DESTABILIZZATI
Il tutto, dopo una partita dal finale al cardiopalma, che il tecnico ha spiegato per filo e per segno, individuando le cause e gli effetti di un pareggio alla fine benedetto. «Quello che ha destabilizzato tutti è stato l’infortunio di Isaac Success. Sapevamo che poteva capitare a lui o a Davis, e che una cosa del genere ci poteva condizionare. Da quell’episodio ho rivisto una squadra un po’ impaurita e timorosa, e adesso vedremo se riusciremo a recuperare Isaac in settimana».
Quando Cannavaro non ha trovato quanto cercava in Brenner, non ci ha pensato un attimo e lo ha cambiato. Il brasiliano se n’è uscito senza neanche fermarsi in panchina: «L’uscita di Brenner? Non l’ho visto neanche. In quel momento avevo bisogno di più centimetri e di poter modificare in corsa qualcosa, quindi ho fatto quella scelta lì. Avevo ben altre cose di cui occuparmi».
UOMINI
Altre sì, come ridare peso e sostanza all’Udinese con l’ingresso di Keinan Davis («Un giocatore importante. È pronto per i 90 minuti? Non lo so, ma adesso ce lo abbiamo») e anche attraverso il comportamento della linea difensiva che il tecnico ha individuato come fondamentale dall’uscita forzata di Success a quella scelta di Brenner. «Col passare dei minuti ho visto dei difensori molto più sicuri che se la sono sempre giocata e che non hanno mai perso la testa – spiega il tecnico –. Dopo il rigore dell’Empoli hanno dimostrato di essere uomini, ma me lo avevano fatto capire anche in settimana di quanto ci tenessero».
RIGORISTA
Una salvezza che andrà ancora conquistata a Frosinone dove Cannavaro spera «di non pagare il punto perso con la Roma e il palo di Davis a Bologna», ma che di certo ieri è transitata anche per il rigore decisivo di Samardzic. «Il finale l’ho vissuto con grande emozione», ha detto a Dazn, prima di fare chiarezza sulla scelta del rigorista che in campo non era sembrata così chiara, vista la sceneggiata di Lucca che voleva calciarlo a tutti costi, prima che Bijol gli togliesse il pallone dalle mani. «Decido io chi tira i rigori. Non c’era un attimo per pensare, mi sono preso la responsabilità: avevo già deciso nelle scorse settimane. Mi fa piacere che qualcuno voglia prendersi la responsabilità, Lorenzo è stato eccezionale nel dare una mano al reparto offensivo ma finché ci sono io decido io».