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Il titolo fuorviante de “L’aria che tira” sul ministro Lollobrigida. Una necessaria precisazione

Partecipando ogni tanto ai dibattiti televisivi in cui si parla di FdI ho ricavato l’impressione che vi siano temi che diventano d’obbligo e che i vari conduttori utilizzano (soprattutto su La7) per colpire Giorgia Meloni e il suo governo. Per esempio in queste ultime ore va per la maggiore un montaggio di alcune dichiarazioni del ministro Lollobrigida che, estrapolate dal contesto in cui sono state pronunciate, producono un effetto straniante, quasi comico. Prima fra tutte quella sulla “sostituzione etnica”, per finire con quella sulle cene che eviterebbero le guerre. Lollobrigida insomma è diventato un bersaglio privilegiato. Se ne è parlato questa mattina durante la trasmissione di David Parenzo “L’aria che tira”, dove ero ospite. E ne ho parlato anche io in replica a Luca Bizzarri e prima dell’intervento dell’on. Susanna Ceccardi. Ho fatto una premessa sulla comunicazione dei politici della Prima Repubblica che avevano meno occasioni di esternare o che, quando esternavano, lo facevano in modo criptico: ho citato il botta e risposta tra Andreotti e  Craxi sulla “manina” e la “manona” e ho aggiunto che Lollobrigida parlando di sostituzione etnica voleva dire, utilizzando un’espressione che lui stesso ha poi ritenuto impropria, che non dobbiamo arrenderci all’inverno demografico. Ho quindi parlato di come è cambiata la comunicazione politica e non ho certo detto che Lollobrigida farebbe meglio a tacere. Invece il video del mio intervento, rilanciato da La7, aveva un titolo di questo tipo: “Lollobrigida. Terranova (Secolo d’Italia): “Di un bel tacer non fu mai scritto”. Un titolo che fa una sintesi alquanto forzata di quanto ho detto e che tira in ballo in modo equivoco il Secolo come se il nostro giornale fosse artefice di una critica politica al ministro dell’Agricoltura che, ovviamente, è del tutto inventata. A scanso di equivoci, basta vedere il video (anche se le persone troppo spesso si fermano al titolo).

Ps Tanto per essere ancora più chiari, nella serata di domenica, parlando di Lollobrigida alla trasmissione “Che sarà” di Serena Bortone ho avuto modo di sottolineare che a volte si dicono in modo semplice cose che non sono affatto campate per aria. Ad esempio la questione delle cene che favoriscono la pace. Ho citato Talleyrand che diceva “datemi un buon cuoco e vi darò un buon trattato” e il Congresso di Vienna che fu contrassegnato da convivi e feste eppure diede all’Europa post-napoleonica l’assetto che comunemente chiamiamo Restaurazione. Insomma i trattati di pace, è vero, si fanno anche a tavola. Inoltre ho chiarito che Lollobrigida chiese di scendere dal treno per andare a Caivano, dove era atteso da don Patriciello, un prete anti-camorra che non merita lo scherno di cui recentemente è stato oggetto.

https://www.la7.it/laria-che-tira/rivedila7/laria-che-tira-20052024-20-05-2024-543314

 

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