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L'Inter a Oaktree: le tappe del giorno dell'addio di Zhang



Inesorabile, la clessidra del tempo a disposizione di Steven Zhang per provare a tenersi l’Inter si è svuotata di un altro po’. Il tempo è scaduto. Usando una metafora calcistica, siamo ben oltre i tempi supplementari e anche, forse, i calci di rigore. Le possibilità che la famiglia Zhang riesca a completare l’opera di restituzione del prestito da 275 milioni di euro più interessi (oggi oltre 375 milioni) ricevuto nel 2021 dal fondo statunitense Oaktree sono quasi nulle. Aspettarsi colpi di scena nel D-day del 21 maggio – leggera proroga dovuta alla festività della Pentecoste nel Ducato di Lussemburgo – equivale ad acquistare il biglietto per una lotteria. Quello che colpisce è come, dopo il comunicato di sabato con l’attacco al fondo accusato di minare la stabilità economica dell’Inter, Zhang si sia quasi eclissato.

Ha trascorso la domenica osservando da lontano la festa scudetto di San Siro. Ha risposto con una storia su Instagram allo striscione esposto dai tifosi per celebrare i trofei vinti sotto la sua guida e nulla più. Tracce sparse qua e là mentre i suoi dirigenti si affannavano a trovare argomenti rassicuranti per non rovinare le celebrazioni della seconda stella. La festa c’è stata, riuscitissima, ma una volta spente le luci del Meazza si è tornati inevitabilmente al “tic tac” che sta scandendo le ultime ore dell’era cinese all’Inter.

A meno di colpi di scena clamorosi e non previsti, dunque, mercoledì 22 maggio il club nerazzurro si sveglierà con un’altra proprietà. La deadline per far arrivare a Oaktree il denaro necessario a ripagare il prestito, soddisfacendo tutte le clausole contenute nel corposo accordo siglato nel 2021 in piena crisi pandemica, scade nella serata di domani 21 maggio ma è probabile che tutti i passaggi formali di escussione del pegno da parte di Oaktree avvengano in successione esaurito anche l’ultimo conto alla rovescia.

Per provare a dare una road map, si può ricordare cosa accadde il 10 luglio 2018 nel momento dell’insolvenza di Yonghong Li nei confronti di Elliott: 32 milioni di euro anticipati per far quadrare il bilancio del Milan e non restituiti nei termini pattuiti. Il fondo di Singer comunicò la presa di possesso del club, lo stabilizzò nell’immediato con il versamento di 50 milioni di euro (allora fondamentali) e nell’arco di 48 ore nominò il nuovo consiglio d’amministrazione liquidando gli uomini di Li. Da lì in poi Elliott è stato operativo nonostante i tentativi legali dell’ex proprietario di rivalersi e fare causa. Stessa cosa accaduta col passaggio successivo a RedBird di Gerry Cardinale. La fase di stallo dell’Inter dovrebbe, dunque, durare lo spazio di qualche ora.

Oaktree ha già fatto sapere di volersi affidare all’attuale management così da operare in continuità di strategia. Nell’immediato non cambierà molto, poi dovrà essere chiarita la strategia a medio periodo perché il fondo californiano nella sua natura non ha la gestione aziendale ma il recupero dei crediti. Che l’Inter continui ad avere un progetto sportivo competitivo è interesse anche di Oaktree, ma quale sia la cornice dentro la quale dovrà operare Marotta dipenderà dall’orizzonte temporale della nuova proprietà.

L'INTER A OAKTREE: ECCO COSA ACCADRA'

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