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Chico Forti, la lettera del fratello della vittima svergogna Travaglio & co: “È innocente” (video)

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Chico Forti è “innocente”. A dirlo in questi anni non sono stati solo i tanti italiani, noti e meno noti, che si sono interessati alla vicenda, ma lo stesso fratello di Dale Anthony Pike, l’uomo ucciso in Florida nel febbraio del 1998 per la cui morte Forti è stato condannato all’ergastolo negli Usa. Bradley Pike […]

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Chico Forti è “innocente”. A dirlo in questi anni non sono stati solo i tanti italiani, noti e meno noti, che si sono interessati alla vicenda, ma lo stesso fratello di Dale Anthony Pike, l’uomo ucciso in Florida nel febbraio del 1998 per la cui morte Forti è stato condannato all’ergastolo negli Usa. Bradley Pike lo scrisse nel 2020 in una lettera che chiedeva alle autorità statunitensi clemenza per l’imprenditore trentino e che oggi suona – anche – come una risposta a quanti improvvisamente hanno smesso di ricordare che Chico Forti si è sempre definito innocente, preferendo additarlo come “assassino”, ritenendo a quanto pare più importante attaccare il governo Meloni.

La lettera del fratello di Dale Pike per la liberazione di Chico Forti

“Scrivo questa lettera a sostegno dell’immediato rilascio di Chico Forti, che è stato ritenuto responsabile dell’omicidio di mio fratello, Dale Anthony, e successivamente condannato all’ergastolo nel giugno del 2000”, ha spiegato Bradley Pike in quel messaggio indirizzato “a chi di competenza” e riproposta oggi dal Tempo. La lettera-appello, datata 27 agosto 2020, serviva a corroborare la richiesta di accesso alla Convenzione di Strasburgo, che consente ai condannati in via definitiva di scontare la pena in patria, avanzata da Forti. Affinché la richiesta venga accettata serve non solo l’accordo dei governi coinvolti, ma anche quello delle famiglie delle vittime.

“Credo fermamente che sia innocente”

Bradley Pike, però, fece di più: si disse convinto “fermamente che il signor Forti sia innocente del crimine per il quale è stato ingiustamente imprigionato per vent’anni”. “Conosco intimamente tutti i fatti e le circostanze che circondano la morte di mio fratello e, di conseguenza, il processo del signor Forti”, chiarì, parlando di documenti trovati tra le carte del padre, ormai morto, che lo avevano convinto dell’innocenza di Forti, per il quale “appoggio pienamente la concessione di un perdono”.

Anche Bradley Pike si unì agli appelli per la liberazione

“L’assassinio di mio fratello è stata una tragedia che mi ha perseguitato per due decenni”, spiegò Bradley Pike, sottolineando che “aggiungere alla sua scia un uomo innocente che soffre è una beffa troppo grande da sopportare per il resto dei miei giorni. Perciò io chiedo, per favore, che il signor Forti venga rilasciato dalla reclusione per evitare ulteriori sofferenze inutili e ingiustificate”. Una posizione che poi Pike ribadì anche ai microfoni de Le Iene, affermando come sia “anche solo ridicolo pensare che lui abbia pianificato quell’omicidio. Aveva troppo da perdere. Credo che sia una tragedia e sono passati vent’anni”. “Spero di poter aiutare Enrico ad uscire di galera, per portare un po’ di pace anche ai suoi figli. Quindi vi prego, fatelo uscire, liberatelo”, fu l’appello del fratello della vittima, che finalmente ha trovato una risposta.

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