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Pugno in faccia a una ragazza e poi le altre rapine in centro a Trieste

TRIESTE. Non solo Rive, piazza Unità e piazza Hortis: la banda di sette rapinatori che la notte di venerdì 4 maggio aveva seminato il panico in centro, rapinando almeno cinque giovani con martello, spray urticante e coltello, poco prima aveva già colpito anche in zona piazza Perugino. In via Conti, per l’esattezza. E lo aveva fatto picchiando una ragazza di 26 anni, nel tentativo di rubarle la borsetta.

Il particolare emerge dalle indagini della Polizia dopo l’arresto e la denuncia di due componenti di quella banda. I successivi accertamenti sulla loro identità hanno peraltro confermato la categoria di quei malviventi: gruppetti di “maranza”, così come vengono definiti i ragazzi di origine marocchina, tunisina ed egiziana, ospiti delle case di accoglienza per minori stranieri non accompagnati gestiti dal Comune ed appaltati a privati. Sono “maranza di importazione”, stando alla spiegazione che in questi giorni ha fornito il procuratore per i minorenni Nicola Russo: arrivano da altre zone d’Italia, soprattutto dalla Lombardia, sulla base di accordi tra servizi sociali per ragioni di gestione degli spazi. Ciò che li caratterizza, oltre alla provenienza, è il comportamento aggressivo appreso in contesti delinquenziali: rapine compiute spesso per rubare pochi euro o anche vestiti, scarpe, cellulare e cappellini. Intimidiscono le loro vittime con atteggiamenti minacciosi, spesso armati di coltelli.

E ciò era accaduto anche quella notte: nella prima rapina di via Conti la ventiseienne era stata colpita con un pugno al rifiuto di consegnare la propria borsetta. La banda si era poi allontanata dirigendosi verso il centro: tra Rive, piazza Unità e piazza Hortis aveva compiuto almeno altri quattro colpi. Uno era avvenuto attorno alle tre e mezza di notte proprio in piazza Hortis: due della banda avevano circondato un ragazzo e una ragazza costringendoli a consegnare portafogli e borsetta. Per farlo, uno dei “maranza” aveva bloccato il ragazzo ed estratto dai pantaloni il martello minacciando di sferrarglielo in testa. Il complice, intanto, gli aveva sfilato il portafogli. Alla giovane era stata invece sottratta la borsetta in cui custodiva 50 euro.

Il gruppo si era quindi spostato sulle Rive, nei pressi del ristorante giapponese “Sakura”: qui era stato aggredito un adolescente, più o meno con la stessa dinamica, incontrato per caso lungo la strada. I malviventi gli avevano strappato dal collo due collane, sempre con la minaccia di usare il martello.

Grazie alle chiamate immediate al 112, sul posto erano intervenute le volanti della Polizia. Gli agenti, poco dopo, avevano fermato in via del Ponte due componenti della banda: un diciannovenne tunisino, poi arrestato per i reati di rapina e ricettazione in concorso. Si chiama Talel Marzouki, ospite della struttura di accoglienza Caritas per migranti di via Vasari 7. Sul suo conto risultano precedenti per tentata rapina, furto aggravato, violenza sessuale di gruppo.

Sotto indagine pure il minore che lo accompagnava, un kosovaro, accolto a Trieste in una struttura per minori stranieri non accompagnati. Durante le perquisizioni il tunisino è stato trovato in possesso di un martello da cantiere da 30 centimetri, di un coltello a scatto, di uno spray urticante e di una cospicua somma di denaro contante. Lui è in carcere, mentre il complice kosovaro è stato affidato ad un tutore del Comune di Trieste. L e indagini continuano per risalire agli altri componenti della banda.

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