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Il genero di Trump sbarca in Serbia: maxi cantiere all’ex sede della Difesa

Il genero di Trump sbarca in Serbia: maxi cantiere all’ex sede della Difesa

foto da Quotidiani locali

BELGRADO Dopo le voci, le conferme ufficiali. E le prime, ancora timide proteste di piazza, probabilmente solo un assaggio di quel che si vedrà nei prossimi mesi. Conferme che riguardano lo sbarco in Serbia del genero di Donald Trump, Jared Kushner, ormai sicuro protagonista di un affare ancora non del tutto chiaro, destinato sicuramente a creare enormi polemiche. Affare che riguarda la «rivitalizzazione del complesso dell’ex Segretariato federale alla Difesa nazionale», l’oggetto di un accordo siglato tra il ministero serbo delle Costruzioni, rappresentato dal ministro Goran Vesic, e la Affinity Global Development, il colosso dell’edilizia di lusso controllato da Kushner. Il complesso in stile modernista, orgoglio ai tempi di Tito, a Belgrado è meglio conosciuto come “Generalštab”, enorme palazzo che, fino al 1999, ospitava il ministero della Difesa del Paese balcanico, prima di essere sventrato dai missili della Nato. Da allora, quello che fu un simbolo della potenza militare della Jugoslavia si è ridotto a scheletro di marmo e cemento. Lo rimarrà ancora per poco, dopo la firma di un’intesa che fa già molto discutere. «Il governo serbo ha scelto un partner affidabile», la Affinity di Kushner, ha assicurato Vesic, sottolineando che la non meglio precisata «rivitalizzazione» sarà condotta «rispettando le leggi serbe». E puntualizzando che non si tratta di una vendita, bensì di un «affitto a 99 anni» dei terreni su cui sorge il Generalštab, il cui bombardamento sarà ricordato da un «memoriale» dedicato alle vittime dell’attacco della Nato, hanno messo le mani avanti le autorità serbe.

Ma cosa prevede, la “rivitalizzazione”? Per ora, su questo fronte, più o meno tutto tace, ma lo stesso Kushner, a metà marzo, aveva postato su X un render del progetto della sua Affinity, con due mega-grattacieli di gran lusso dove ora sorge il complesso istituzionale – e altre immagini di un contemporaneo super-investimento sulla costa albanese. Si tratta di «un design iniziale», aveva puntualizzato Kushner, ma tutto fa pensare – ha confermato il New York Times – che l’idea sia quella di costruire un «hotel di lusso» con appartamenti e negozi. Parliamo di un «progetto da 500 milioni di dollari in partnership con Richard Grenell», ex Inviato speciale Usa nei Balcani, da sempre contiguo a Trump, è la stima del Nyt, suggerendo che nell’avventura belgradese Kushner e Grenell saranno affiancati dal ricchissimo fondo sovrano dell’Arabia Saudita.

Il progetto in Serbia «spingerà ancora di più Belgrado fra le destinazioni» più ambite dai super-ricchi, ha assicurato da parte sua Kushner al Nyt, senza fornire ulteriori dettagli. «Ricostruzione non è solo costruire edifici, ma anche ponti tra culture, rispettando il passato e creando le fondamenta per un futuro prospero», ha affermato da parte sua un partner di Kushner, Asher Abehsera, che ha di persona firmato il contratto a Belgrado. Il progetto, tuttavia, non piace a molti. Gli investimenti internazionali di Kushner diventeranno un problema in caso di rielezione di Trump, perché si tratta di «conflitto di interessi nel senso più forte del termine», la valutazione del Campaign Legal Center americano. Ma anche a Belgrado, dove da mesi l’affare è visto con crescente sospetto – impresa Usa con legami con gli arabi ricostruisce un palazzo distrutto dalle bombe Nato – è stato organizzato un blocco stradale davanti al Generalštab. E il deputato Jonic, all’opposizione, ha parlato di «regalo multimiliardario» della Serbia a tycoon stranieri.

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