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Nello scontro frontale tra due auto morì la moglie: marito condannato a un anno

Nello scontro frontale tra due auto morì la moglie: marito condannato a un anno

L’incidente a Campoformido: l’uomo, oggi 78enne, perse il controllo dell’auto e invase la corsia opposta, la vittima mancò dopo due mesi di ricovero. La difesa: ci fu concorso di colpa

CAMPOFORMIDO. «Non so come sono finito contromano». Gaetano Lo Sardo, il 78enne di Pordenone chiamato a rispondere di omicidio stradale, a seguito del decesso della moglie Maria Laura Di Fabio, mancata all’età di 71 anni dopo due mesi di ricovero in ospedale, lo dichiarò nelle note della constatazione amichevole, poco dopo l’incidente.

«Non mi capacito, ma è chiaro che è una mia responsabilità», aggiunse poi in aula, nel corso delle spontanee dichiarazioni rese a dibattimento. Il processo si è chiuso lunedì 20 maggio, con la sua condanna a 1 anno di reclusione.

Il giudice del tribunale di Udine, Roberto Pecile, ha concesso all’imputato il doppio beneficio della sospensione condizionale della pena e della non menzione e indicato in 3 mesi la durata della sospensione della patente di guida.

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È stato il pm Marco Panzeri, nella requisitoria, a ripercorrere le tappe della vicenda. L’incidente si verificò il 4 dicembre del 2022, a Campoformido.

La coppia, a bordo di un Suzuki Vitara, stava procedendo verso Udine. La perdita di controllo era avvenuta alle 15.40, all’altezza dell’intersezione della Pontebbana con via Roma, in corrispondenza di una curva. L’impatto con una Bmw 530 che viaggiava in direzione opposta era stato frontale. A documentare i fatti, a cominciare dal salto di corsia dell’auto condotta da Lo Sardo, è un filmato della videosorveglianza presente nella zona.

La paziente fu trasportata all’ospedale di Pordenone con un trauma spinale e sottoposta a intervento chirurgico. Le sue condizioni, nei giorni successivi, parvero migliorare. Da qui, il trasferimento dalla Terapia intensiva ad altro reparto.

Il 9 dicembre, però, un arresto cardiorespiratorio compromise nuovamente la situazione e il 12 febbraio la donna mancò. La sua scomparsa lasciò un vuoto nel mondo della scuola, per avere a lungo insegnato alla media “Pier Paolo Pasolini”, e in quello del volontariato, per avere operato in particolare in “Voce donna” e nel consiglio pastorale a Rorai Grande.

A fronte della condanna a 1 anno e 8 mesi, previa riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, proposta dalla pubblica accusa, il difensore, avvocato Omar Bottaro, di Padova, aveva concluso per l’assoluzione, anche con la formula del dubbio o, in subordine, per il minimo della pena, tenuto conto del risarcimento del danno e del concorso di colpa.

Nel lamentare una carenza di approfondimenti nella ricostruzione investigativa dell’incidente, effettuata con due mesi di ritardo, il legale aveva infatti evidenziato come il proprio consulente avesse rilevato una condotta anomala nella guida della Bmw: pur procedendo entro i limiti di velocità come anche il proprio assistito, scrisse, viaggiava a soli 30 centimetri dalla linea di mezzeria. Letta la motivazione, si valuterà l’eventuale appello.

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