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Alemagna chiusa? Divieto ignorato: «Auto e moto passano a centinaia»

Centinaia fra moto ed auto hanno transitato domenica 16 giugno sulla statale Alemagna nonostante fosse chiusa al traffico. Nella sola mattinata, circa 300 mezzi. Lo testimoniano i residenti. «I più passano sotto la frana, sprezzanti del divieto, altri deviano per la stradina interna di Fadalto basso» afferma (e protesta) Gianni Dal Tio, del Comitato Fadalto. In questo modo aggirano il tratto di Alemagna più a rischio, quello a valle del movimento franoso dal versante a nord del Monte Pizzoc.

Una settimana fa, le grandi piogge. L’acqua smobilizza il materiale (terra e sassi) accumulato nei canali, in quota. I sensori dell’Anas, installati per intercettare il movimento, segnalano il pericolo e immediatamente fanno scattare il semaforo rosso sulla statale, a valle.

Il personale dell’Anas interviene e a Nove, da una parte, e sul Fadalto dall’altra, installa dei grandi cartelli con la scritta “Attenzione pericolo frana. Fermarsi al semaforo rosso”, anche in tedesco “Warningi. Landslide Danger”.

Da una settimana, dunque, il semaforo è rosso e all’altezza dell’ingresso in autostrada A27 c’è il segnale di “Strada chiusa” con tanto di transenne. Pensate che motociclisti ed automobilisti lo rispettino? I residenti sì, infatti, salgono in autostrada pagandosi 80 cent di pedaggio per recarsi a casa, sul Fadalto (oppure per scendere in città).

I “furbi” o, comunque, chi non si ritiene avvertito, procede comunque, sperando che non ci siano le Forze dell’ordine a controllare.

«Sta di fatto che sabato e domenica il traffico è stato infernale» ammette Dal Tio. «Infernale soprattutto per noi che abitiamo nel borgo di Fadalto basso, attraversato da una strada lungo la quale a stento passa un’auto. Eppure loro, i centauri, per tutta la giornata di domenica l’hanno presa per una pista invitante. I più, invece, si sono infischiati della chiusura e hanno superato le barriere».

Il sindaco di Vittorio Veneto, Antonio Miatto, ha sollecitato l’Anas a riaprire, quindi a bonificare i colatoi del materiale franoso. La società ha dato la propria assicurazione. «Ma – afferma ancora Dal Tio – qui non abbiamo visto imprese al lavoro. A meno che non operino di notte». P

er Miatto il problema principale è quello di una soluzione definitiva, che passa per la costruzione delle 5 o 6 gallerie paramassi individuate dall’Anas. I progetti ci sono già. È stato concluso anche l’iter autorizzativo. Adesso si sta cercando la somma necessaria.

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