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Tecnici con diploma “plus” e operai specializzati sono i profili più ricercati dalle aziende della provincia

PAVIA

Mancano tecnici, ma anche operai specializzati. Il 65% delle imprese lombarde segnala infatti difficoltà nelle ricerche di personale e ad avvertire i problemi maggiori sono le aziende che necessitano di competenze tecniche (77%) e manuali (49%). La provincia di Pavia è quella che, dopo Lecco (53,1%) e Varese (50,8%), soffre maggiormente per questo divario tra domanda e offerta, con il 50,7% di imprese che non trovano le figure richieste.

il dossier

Stando all’indagine sul lavoro “I numeri per le risorse umane” realizzata da Confindustria Lombardia, che tiene conto del report Excelsior di Unioncamere, elaborato in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, esistono evidenti difficoltà da parte delle attività imprenditoriali nel reperire specifici profili. Va meglio per la città metropolitana di Milano con il 40%, seguita da Lodi (46,3%), Sondrio (47%), Bergamo (47,8%), Brescia e Mantova (48,8%), Cremona (49,1%), Como (49,2%). Se sono appunto le conoscenze specifiche tecniche e manuali a non soddisfare le aziende, sono invece meno diffuse le segnalazioni riguardanti le competenze trasversali, le cosiddette soft skills, (14%) e quelle manageriali (8%). Per quanto riguarda, invece, gli ambiti, si registrano maggiori problemi nel reperire risorse con competenze riguardanti la transizione digitale (segnalate dal 30% delle imprese con difficoltà di reperimento), mentre risultano meno diffuse le problematiche negli ambiti internazionalizzazione (14%) e green (9%). Tra le soluzioni messe in atto dalle imprese c’è l’attività di formazione al personale già presente. Poi c’è il ricorso a servizi esterni (come collaborazioni e consulenti), il coinvolgimento in programmi educativi sul territorio (come gli ITS, l’alternanza scuola lavoro) e l’allargamento del bacino di ricerca (in termini geografici o di metodologia di ricerca). Per quanto riguarda le retribuzioni medie riservate ai giovani che entrano nel mondo del lavoro, per chi ha conseguito un titolo di studio universitario la retribuzione d’ingresso varia tra i 25.834 e i 27.936 euro, ma sono individuabili differenze, legate sia al percorso di studi che al possesso di una laurea triennale o magistrale. Le retribuzioni più contenute sono quelle legate al percorso triennale (25.834 euro), con un gap rispetto alle retribuzioni migliori di 2.000 € l’anno. Tra le lauree magistrali, quelle nelle discipline tecnico-scientifiche sono le meglio remunerate, con un salario medio d’ingresso pari a 27.936 euro. Seguono le retribuzioni dei laureati in materie economico-giuridiche (26.879 ) e quelle dei laureati con formazione umanistica (26.665 ). Stefania Prato

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