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Nuova piscina Acquamarina di Trieste, avanza l’iter: spunta anche l’interesse dei privati

TRIESTE II progettista è stato incaricato, il documento di indirizzo è pronto e il Comune «a breve» incontrerà possibili finanziatori privati con «esperienza pluridecennale nella costruzione e gestione di poli natatori». Il cronoprogramma è tutto da scrivere, ma la nuova piscina terapeutica, assicura l’assessora ai Lavori pubblici Elisa Lodi, «rinascerà su quella abbattuta: questa è una certezza».

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La spianata d’asfalto

A cinque anni dal crollo del tetto dell’Acquamarina, avvenuto il 29 luglio 2019, il sito dove un tempo sorgevano vasche di acqua di mare calda in cui anziani, atleti infortunati e ragazzi con disabilità facevano riabilitazione è oggi niente più di una spianata d’asfalto. Nessun rumore di ruspe sembrerebbe suggerire l’avvio di un cantiere in Sacchetta, alimentando i timori di ex utenti e associazioni riunite nel Coordinamento “Nuova piscina terapeutica”, che da anni chiede «risposte» alla politica in merito alla ricostruzione di quello che per anni è stato luogo di «incontro e socializzazione», ricorda la portavoce Federica Verin.

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Il recupero dell’area

«Recuperare l’area è stato complesso», precisa l’assessora Lodi, perché il dissequestro della terapeutica è avvenuto solo a dicembre 2021, cui sono seguiti più di due anni di burocrazia per avviare il cantiere di demolizione. A ogni modo, steso l’asfalto, le cose sembrerebbero sbloccarsi. «L’iter per la ricostruzione – conferma il Comune – sta procedendo: la nuova acquamarina rinascerà sui sedimenti di quella abbattuta».

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Il progetto

La fase progettuale è stata affidata alla società Serteco di Tavagnacco, titolare l’ingegner Enrico Beltrame, che ha redatto e sottoposto a sindaco e assessorato competente il Documento di indirizzo di progettazione (Dip). Sul contenuto del progetto Lodi si limita ad anticipare che «la nuova Acquamarina sarà dotata di impiantistica nuova, piscine e uffici al piano superiore». Il piano esecutivo, inoltre, «terrà conto anche delle richieste delle famiglie», già incontrate dalla società friulana per integrare nel progetto le necessità dell’utenza della terapeutica, quali disabilità fisiche, visive e uditive.

Il Coordinamento

«Abbiamo fornito tutta la documentazione già presentata al Comune: il progettista è stato ricettivo», fa sapere la portavoce Verin. Il Coordinamento chiede il mantenimento di «prezzi popolari» e che la nuova piscina comprenda due vasche di acqua calda (di cui una per la riabilitazione uno a uno), e una di acqua fredda con fondale (per gli utenti con sclerosi multipla). A queste se ne vorrebbe aggiungere una paralimpica, ma l’area è in demanio marittimo e la realizzazione di una quarta vasca richiederebbe una modifica al piano regolatore dell’Adsp (che prevede volumi pari a quelli della vecchia Acquamarina), con ulteriore allungamento dei tempi: un’alternativa potrebbe essere un progetto a più lotti.

Fattibilità economica

Ricevuto il Dip, il prossimo passo consisterà nella valutazione di fattibilità economica. In tal senso è probabile che il Comune opterà per una forma di partenariato pubblico-privato, considerando che dei cinque milioni inizialmente a disposizione, 800 mila sono andati in demolizioni e il cantiere si preannuncia importante. «Ci sono realtà che si sono avvicinate al progetto», conferma Lodi, che con il titolare al Bilancio Everest Bertoli fa sapere che «abbiamo avuto recenti interlocuzioni con dei privati». La procedura è «riservata», ma dell’ultimo proponente si può dire che «si tratta di una realtà con esperienza pluridecennale nella costruzione e gestione di poli natatori». Il prossimo incontro, confermano dal Comune, è fissato «a breve».

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