Dal congresso oncologico allarme sull’aumento di tumori nei giovani: alcune considerazioni
Al congresso mondiale di Oncologia (ASCO) è stato lanciato un allarme per una vera e propria “pandemia” di cancro che si registra nei paesi occidentali e che in Usa ha superato la soglia di 2 milioni di casi nel 2024. L’allarme riguarda anche il nostro paese e Saverio Cinieri, presidente di Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) ha affermato: “Siamo in una vera e propria pandemia di cancro: ogni giorno in Italia 1.000 persone ricevono una diagnosi di un tumore”.
Ciò che più preoccupa è che tale incremento riguarda soprattutto le persone giovani, prima dei 54 anni. A tal proposito una ricerca dell’Università di Sant’ Louis, incrociando i dati di quasi 150.000 persone tra 37 e 54 anni inserite in un ampio registro chiamato UK Biobank., ha scoperto – grazie a nove comuni marcatori del sangue indicatori dell’età biologica – che questa non corrispondeva a quella anagrafica, ma piuttosto ad un invecchiamento precoce.
Rispetto alle persone che presentavano minor tasso di invecchiamento, i soggetti con punteggi più alti avevano rischio doppio di cancro ai polmoni a esordio precoce, un incremento del rischio di oltre il 60% per tumore gastrointestinale e di oltre l’80% di cancro all’utero.
E’ noto che l’età rappresenta il principale fattore di rischio per l’insorgenza di questa malattia e che quanto più si invecchia, tanto più è probabile ammalarsi di cancro. Appare quindi abbastanza ovvio che se vi sono segni di “invecchiamento precoce” dei nostri sistemi biologici ciò possa comportare anche un aumento del rischio anche di cancro ed in effetti è ciò che i ricercatori ipotizzano. Particolarmente inquietante poi l’aumento nel 2021 e 2022 della mortalità per cancro rispetto ai 10 anni precedenti (in cui era in costante diminuzione) che si è registrato – anche nell’età 15-44 anni – in Inghilterra, Stati Uniti e soprattutto in Giappone, lavoro quest’ultimo pubblicato e non in attesa di revisione come i precedenti e basato su dati estremamente puntuali e affidabili.
L’aumento di tumori in giovani e giovanissimi è un argomento che mi ha sempre interessato e su cui a più riprese, anche in questo blog, sono intervenuta, cercando di richiamare l’attenzione non solo sulle responsabilità individuali legate agli stili di vita comunemente invocate, ma sui rischi rappresentati dalle esposizioni ambientali e più recentemente sull’azione del Sars-CoV2 e soprattutto sul ruolo dei vaccini mRNA utilizzati per il Covid 19.
Sostanze chimiche di sintesi, persistenti, bioaccumulabili, con effetti cancerogeni o di “interferenti endocrini” sono presenti a centinaia nei nostri corpi, interagendo, spesso in modo sinergico, non solo fra loro ma anche con agenti fisici quali i campi elettromagnetici (CEM) potenziando l’azione di danno ossidativo esercitata da questi diversi fattori sui nostri sistemi biologici, danno ossidativo alla base non solo di processi infiammatori cronici/tumorali, ma dello stesso processo di invecchiamento.
Purtroppo le giovani generazioni sono esposte a questi “cocktail” venefici in modo sempre più precoce e massivo: pensiamo ad esempio ai CEM – per i quali recentemente sono stati innalzati i limiti di legge – e all’uso dei cellulari o altri strumenti digitali che la mia generazione ha conosciuto solo in età adulta e che ora invece sono di uso comune anche nell’infanzia. “Le generazioni a venire non ci perdoneranno i danni che noi stiamo loro facendo”: queste parole di Lorenzo Tomatis che tanto mi colpirono quasi 20 anni fa oggi suonano più attuali che mai.
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