Trieste, poligono di tiro a Opicina insonorizzato e dissequestrato
Dissequestrato il poligono di tiro di Opicina. La vicenda, dopo l’indagine giudiziaria dell’attuale procuratore facente funzioni Federico Frezza che a febbraio aveva disposto lo stop, per il momento è conclusa. La decisione del via libera alle attività è stata presa in questi giorni dallo stesso Frezza dopo aver constatato che i rumori emessi dalla struttura sono rientrati nei limiti di legge.
Questo in virtù degli interventi impiantistici per insonorizzare la struttura eseguiti dal responsabile, il quarantaseienne triestino Luca Ballaben.
Il dissequestro riguarda in particolare le linee di tiro. Nei mesi scorsi, infatti, la polizia giudiziaria diretta da Frezza aveva rilevato una rumorosità eccessiva percepita dai numerosi residenti della zona nel raggio di mezzo chilometro dal poligono tanto da causare «disturbo al riposo e anche alle ordinarie occupazioni», così si legge nel carteggio giudiziario.
L’anno scorso erano state effettuate varie rilevazioni con il fonometro, da cui erano stati constatati numerosi sforamenti. Così, ad esempio, il 6 settembre: dall’abitazione di una residente, situata a 143 metri dall’impianto di tiro, a finestre aperte erano stati registrati 12,6 decibel con un superamento di 5 decibel in base alle normative; a finestre chiuse, invece, il differenziale raggiungeva i 6,7 dB.
Tre giorni dopo, nella stessa posizione, veniva rilevato «un rumore assoluto di emissione», così in termini tecnici, di 52 dB. Il giorno successivo gli spari raggiungevano i 57,5 decibel.
Gli accertamenti di novembre dalla medesima abitazioni avevano constatato ulteriori sforamenti sia a finestre chiuse che aperte. Le prove dalle altre abitazioni avevano confermato il rumore anche nei mesi successivi. Di qui il sequestro del procuratore Frezza lo scorso 18 febbraio, da quanto risulta limitato alle sette linee della galleria esterna della struttura.
Il responsabile del poligono di tiro, Ballaben, dopo l’atto giudiziario, si era subito attivato con ditte e tecnici per delineare un progetto capace di ridurre l’impatto sonoro degli allenamenti dei suoi iscritti.
Ora la Procura ha accertato che le migliorie sono servite: «Il rilievo fonometrico – è precisato nel documento di dissequestro – dimostra che il rumore è rientrato nei limiti della norma grazie a ulteriori lavori di insonorizzazione. Non è stato superato il limite differenziale di 5 dB concessi in periodo diurno. Quindi – è spiegato ancora – l’insonorizzazione delle postazioni di tiro a cielo aperto è stata efficace, grazie all’apprezzabile impegno».
La polizia giudiziaria incaricata da Frezza avrà il compito di monitorare l’impianto con nuovi rilievi fonometrici fra tre o quattro mesi.