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Volley femminile, Julio Velasco valore aggiunto della Nazionale azzurra. Disciplina e certezze alla base della rinascita

All’indomani del flop azzurro al torneo di qualificazione olimpica di settembre 2023, la domanda su chi avrebbe potuto ristabilire l’ordine, la tranquillità e la mentalità vincente ad una Nazionale italiana uscita con le ossa rotte dall’estate, ha avuto una sola risposta: Julio Velasco. Il riavvicinamento del tecnico al settore femminile con il contratto firmato con Busto Arsizio è stata la molla che ha fatto scattare la Federazione che ha messo sotto contratto l’allenatore argentino, dandogli in mano una patata bollente ma anche regalandogli la possibilità di provare ancora una volta a conquistare l’oro olimpico.

Velasco ha rimesso a posto i cocci, ha utilizzato l’autorevolezza di cui dispone in abbondanza per ripianare i malcontenti e riunire il gruppo e, francamente, vedendo lo sviluppo della prima parte della stagione, sembra non abbia fatto neppure troppa fatica. Tutte le giocatrici si sono messe a disposizione del tecnico, che ha assorbito senza troppi problemi l’assenza pesante di Elena Pietrini, dando fiducia alle giocatrici di cui disponeva.

Il salto di qualità mentale c’è stato da subito. L’approccio delle giocatrici è stato positivo, come del resto positivo fu anche nella prima parte dell’Europeo giocato in casa lo scorso anno, nonostante le epurazioni e l’affaire Egonu. La differenza è arrivata quando si sono iniziate a giocare le partite che contavano veramente. L’Italia priva di tante titolari che va a vincere in Turchia contro le padrone di casa, i successi con la Cina e gli USA, la sconfitta di misura non senza rimpianti contro il Brasile. Tutte partite che hanno contribuito alla crescita del gruppo, plasmato dalla mano del tecnico argentino.

Le indicazioni dei time out sono il termometro del rapporto fra staff tecnico e giocatrici. Mai uno screzio, livello di attenzione massima, indicazioni precise e chiare. Stessa cosa accadrà in allenamento e l’impressione di ordine, attenzione, determinazione che sprigiona questa squadra è lampante e, allo stesso tempo, disarmante per le rivali. Dal punto di vista tecnico è un’Italia che si basa tanto sulla efficacia della correlazione muro-difesa (che sono state le armi vincenti della final eight di VNL) e che ha limitato sempre più gli errori nella fase cambio palla, aumentando non poco le percentuali offensive.

Di sicuro il lavoro del tecnico azzurro non è finito e i Giochi non sono la VNL, quindi tutte le squadre si presenteranno in grande spolvero all’appuntamento più importante ma la trasformazione della squadra azzurra in così poco tempo e la crescita nell’organizzazione di gioco lasciano ben sperare in vista di Parigi. E’ vero che in termini di energia la squadra italiana ha sicuramente speso più di tante rivali, dovendo conquistare a qualificazione ai Giochi ma anche questo aspetto è calcolato dallo staff tecnico che ha modulato bene gli intervalli tra riposo e lavoro.

Un ultimo aspetto da non sottovalutare è la capacità da parte di Velasco di fare squadra anche in panchina. Il tecnico argentino ha chiamato al suo fianco tre eccellenze, Massimo Barbolini, Lorenzo Bernardi e Manuela Leggeri. Un tecnico della sua esperienza e con il suo palmares si è circondato di altri numeri uno per supportare nel migliore dei modi la squadra azzurra nella sua rincorsa al podio olimpico. Non è cosa da poco.

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