Trasporti merci e logistica a Venezia: «Abusivo il 60% delle barche»
Confartigianato Venezia e la Filt Cgil Città metropolitana di Venezia siglano il primo protocollo operativo per risolvere, sviluppare e razionalizzare al meglio l’annosa questione del trasporto merci nelle acque della laguna.
La firma del documento che impegna le due associazioni, datoriale e sindacale, a lavorare in sinergia a “soccorso” del sistema dei trasporti in laguna è stata apposta qualche giorno fa nella sede Confartigianale a San Lio dal direttore Matteo Masat e dalla Filt Cgil rappresentata dal segretario Marcello Salbitani.
I temi al centro del documento riguardano la difficoltà per le barche da trasporto ad approdare alle rive per rifornire di merci la città e i cittadini, zone storicamente deputate al carico scarico strategico gomma-acqua come quella del Tronchetto cronicamente insufficienti per le necessità di Venezia ed i veneziani e non ultime la difficoltà a reperire personale e la pesante piaga dei trasporti abusivi.
Confartigianato e Cgil metteranno ora in atto una serie di iniziative per almeno mitigare queste criticità. «Dai dati rilevati da uno studio sulla mobilità e inclusi nel protocollo», spiega Masat, «emerge che i trasporti abusivi rappresentano circa il 35% del totale delle movimentazioni e circa il 60 % del totale delle imbarcazioni impegnate. Questi operatori, di fatto non in possesso dei titoli professionali, occupano i canali e le rive impropriamente, provocando una distorsione del mercato e gravi ripercussioni economiche nei confronti delle aziende che operano legalmente».
Contro il protocollo arriva la presa di posizione della Confcommercio con Francesco Tagliapietra: «Con grande disappunto leggiamo in questi giorni una denuncia di alcuni rappresentati sindacali che, purtroppo, pongono sotto una luce negativa i lavoratori di una categoria che non è per niente abusiva. Siamo consapevoli che le sacche di illegalità risiedano, purtroppo, in tutti gli ambiti lavorativi, ma disconosciamo i dati dichiarati. Rigettiamo anche l’idea che l’unico hub debba essere al Tronchetto, perché avere diversi punti di accesso garantisce alternative al servizio ed evita di congestionare un’unica zona»