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In Friuli sempre più under 30 assumono droghe e ne sono dipendenti

In Friuli sempre più under 30 assumono droghe e ne sono dipendenti

Circa 2.700 i casi seguiti dal Dipartimento di salute mentale e delle dipendenze dell’azienda sanitaria del Friuli centrale. Altri 1.800 pazienti combattono invece contro l’abuso di sostanze alcoliche

Sono sempre di più i giovani attratti dall’uso di droghe fino a diventarne completamente dipendenti. Alla ricerca di uno sballo temporaneo, finiscono per procurarsi danni permanenti al sistema nervoso e all’organismo.

Un dato che cresce, secondo le stime del Dipartimento di Salute mentale e delle Dipendenze dell’AsuFc, del cinque per cento ogni anno.

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L’occasione per fare il punto della situazione, nel territorio provinciale di Udine, è stata la ricorrenza, il 26 giugno, della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe, istituita dall’Assemblea generale dell’Onu nel 1987 per una maggiore sensibilizzazione sul grave problema del consumo di sostanze stupefacenti, promuovendo azioni di prevenzione.

«Nel 2023 i servizi preposti dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale – spiega Marco Bertoli, direttore del Dipartimento di Salute mentale e delle Dipendenze – hanno seguito circa 4.500 pazienti, 1.800 per dipendenza da alcol (il cui abuso, anche da parte delle ragazze, sta creando preoccupazione) e 2.700 per uso di droghe.

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Di questi 4.500, almeno il 50% è costituito da under 30. Una percentuale – spiega il direttore – che è in aumento di un 5% ogni anno».

Quali sono le sostanze che i giovani consumano di più? «La cocaina da tempo non è più la droga dei ricchi e ora la si può trovare a buon mercato – sottolinea Bertoli –, la cannabis ha una concentrazione più forte che in passato e quindi una capacità maggiore di alienazione, ma anche tutta una serie di molecole prodotte sinteticamente in laboratorio (anfitaminosimili)».

Da un lato il loro approvvigionamento è sempre più facile e meno costoso, dall’altro la loro produzione è totalmente incontrollabile. «Sono sostanze a cui tutti possono accedere – rimarca il direttore – e il loro mercato è molto aggressivo, ne si producono continuamente, tanto che il Dipartimento delle Dipendenze fa fatica a valutare gli effetti sulla persona e a fare prevenzione».

Secondo Bertoli, però, è necessario fare un passo a ritroso, andando ad approfondire le cause che spingono le persone – con un aumento di under 30 – a distruggersi per colpa degli effetti della droga (o dell’alcol). «Come mai – si chiede il medico – tante persone aderiscono a queste modalità di vivere la vita, provocandosi una vera e propria alienazione dalla realtà?

Perché i giovani ne hanno bisogno per poter “vivere”? Uno finisce per dipendere da una sostanza, concezione, questa, che va contro la dimensione stessa della libertà personale. Il fenomeno dello sballo del fine settimana, con la convinzione che se non prendi una sostanza non sei felice, è assurdo.

È necessario riprendere una dimensione umana del vivere». Per questo il Dipartimento lavora molto nelle scuole e si confronta con i genitori. Perché la fugace sensazione di benessere di una sera non attragga come una calamita, traducendosi poi in una abitudine con gravissimi danni permanenti per

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