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Alluvione a Castelfranco, il sindaco Marcon batte cassa dal Governo

Alluvione a Castelfranco, il sindaco Marcon batte cassa dal Governo

foto da Quotidiani locali

Un tavolo di area vasta per capire come governare l’Avenale che per due volte nel giro di un mese ha messo in ginocchio la città, allagando in particolare il centro storico e la frazione di Bella Venezia; e un appello al governo perché stanzi le risorse necessarie ad intervenire.

Sono le due mosse del sindaco Stefano Marcon dopo l’alluvione di martedì 25 giugno.

«Appena ultimata la conta dei danni sarà mia cura prendere carta e penna e scrivere alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro della Protezione Civile Musumeci per chiedere le somme necessarie per mettere in sicurezza la comunità e per ristorare i danni patiti dai cittadini in queste due esondazioni. Non è possibile che il sindaco sia accusato della responsabilità di quel che è successo, così come non è possibile essere privati delle risorse necessarie a contrastare questi fenomeni climatici. Da troppo tempo combattiamo con la privazione delle risorse prodotte nel nostro territorio necessarie per la sua tutela, da ultimo la recente finanziaria che penalizza gli enti virtuosi», sbotta Marccon.

«Come tavolo di area vasta» spiega, «intendo un confronto tra i comuni che gravitano sull’Avenale e con i vari soggetti che intervengono sulla sua gestione, come il Consorzio di Bonifica Piave, il Genio Civile. Gli ultimi fatti dimostrano che è urgente intervenire non solo a monte ma anche a valle del corso d’acqua. Questo anche alla luce della sua natura: l’esondazione è avvenuta nel giro di mezz’ora senza nessun preavviso e nessuno credo sarebbe potuto intervenire con questa tempistica. Già solo un’ora e mezza sarebbe bastata a ridurre i danni».

Per quanto riguarda i danni al patrimonio pubblico a risentire maggiormente della seconda ondata sono state le scuole e la casa di riposo, dove è ospitata anche la guardia medica. All’Ipsia Galilei allagamenti nei locali delle officine, palestra e spogliatoi, mentre all’Istituto Maffioli ex ospedale il livello dell’acqua nei locali sotterranei e al piano terra ha causato danni agli archivi e nelle aree dedicate agli impianti.

Poi infiltrazioni in tre edifici del Liceo Giorgione, ovvero nella palestra di via Verdi, nel soffitto e nella sala insegnanti dell’edificio in via Colombo e nel seminterrato della sede in via Sarto; idem nell’archivio dell’Istituto Rosselli e nei locali al piano terra del Barsanti.

Nella casa di riposo Sartor, a pochi metri dall’Avenale, sono stati inondati lo scantinato e il piano interrato, provocando ingenti danni al magazzino, agli uffici dell’area sanitaria, e alle centrali termiche ed elettriche.

Intanto le opposizioni mettono sotto accusa l’amministrazione. «Nulla è stato fatto in questo mese» recita la nota dei gruppi di Castelfranco Merita, Noi La Civica, Punto d’Incontro e il gruppo misto, «anche in questa occasione, più della prima, la città è stata colta del tutto impreparata a causa dell’emergenza scattata in ritardo. La mancanza di comunicazione è imbarazzante se si considera che il Comune ha a bilancio una somma consistente votata a tale fine, ma finisce per affidarsi ai post di qualche consigliere, anche laddove la situazione sia del tutto emergenziale. Il gruppo della Protezione Civile è da anni ridotto ad un gruppo di pochi volontari. Da anni si parla di costituire un gruppo di lavoro: che cosa sta aspettando il sindaco? Chiederemo un Consiglio comunale sull’argomento, con il coinvolgimento di esperti e la richiesta un tavolo tecnico per lo studio delle criticità».

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