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Dopo il furto tentavano la fuga oltre confine: nel furgone 14 costosi parafanghi della Ferrari 812 Gts, due arresti

GEMONA. Nel furgone sul quale viaggiavano verso il confine di Stato avevano occultato 14 costosi parafanghi della Ferrari, frutto di un furto, messo a segno il giorno precedente, ai danni della società Fontana Group spa di Cisano Bergamasco.

Accusati del reato in concorso in ricettazione sono i due cittadini polacchi che si trovavano a bordo del mezzo: Krzysztof Roman Marecki e Marcin Stanislaw Zajac, rispettiva mente di 43 e 29 anni. Sono stati fermati giovedì 27 giugno dalla Polstrada di Amaro e tradotti in carcere.

Il fermo è stato convalidato sabato 29 giugno dal Gip del tribunale di Udine, Matteo Carlisi, che ha accolto la richiesta del Pm di applicare ai due la custodia cautelare in carcere, sussistendo a giudizio del magistrato il concreto pericolo di fuga nonché quello di reiterazione del reato.

Erano le 9.20 di venerdì 28 giugno quando sulla A23, come detto in territorio di Gemona, gli agenti hanno fermato un furgone Mercedes Benz, diretto verso Tarvisio, per un controllo che consentiva di rinvenire, occultati all’interno del mezzo, 14 parafanghi posteriori destri F152P, realizzati in esclusiva per il modello Ferrari 812 Gts.

Componenti che i due polacchi dichiaravano di aver acquistato in Spagna, esibendo una fattura di vendita apparentemente emessa dalla ditta “Desguaces n.340”, in favore della società polacca “Frog”. I successivi accertamenti di polizia giudiziaria consentivano di verificare che i parafanghi erano stati rubati il giorno precedente alla società bergamasca come da regolare denuncia sporta dal responsabile tecnico dell’azienda e che la fattura esibita era falsa. Da qui il fermo dei due, eseguito alle 14 di giovedì e convalidato dal Gip.

Durante l’interrogatorio, Marecki ha raccontato di essersi diretto in Spagna per la sua attività di officina e compravendita di veicoli usati, avendo lì individuato un’auto da acquistare. Non andato in porto l’affare, insieme a Kajac, di rientro si sarebbe fermato nel Bergamasco dove lo stesso Marecki, a suo dire in autonomia, avrebbe individuato il magazzino in cui perpetrare il furto, senza un coinvolgimento diretto di Zajac, rimasto ad attenderlo in auto.

Ad avviso del Pm i due polacchi non risultano direttamente responsabili del furto ai danni della Fontana group essendo entrambi ritrovati in possesso dei soli parafanghi e non degli svariati altri pezzi rubati – diverse fiancate anteriori sempre di modelli Ferrari –, come indicato dalla denuncia del responsabile tecnico della società lombarda.

L’ipotesi investigativa è che il furto alla ditta bergamasca sia stato orchestrato da terzi e che a valle di quello i pezzi di ricambio per Ferrari siano stati distribuiti tra soggetti diversi, compresi i due polacchi, per essere venduti all’estero.

Per questo agli indagati viene contestato il reato di ricettazione in concorso. È stata respinta la richiesta del difensore dei due polacchi, l’avvocato Martino Benzoni del foro di Udine, che aveva chiesto la liberazione o l’applicazione di una misura meno afflittiva di quella della custodia in carcere.

Ad avviso del Gip, che ha convalidato il fermo, al momento la misura cautelare in carcere è la più idonea. I due restano quindi rinchiusi nella casa circondariale di via Spalato a Udine.

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