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Frana a Locana e argini da rifare a Noasca,  a valle auto e tetti distrutti dalla grandine

Locana

Strade bloccate dalle frane, argini portati via dalla piena del fiume, persone bloccate e soccorse dai vigili del fuoco, auto e abitazioni danneggiate dalla grandine: il sabato sera dell’Alto Canavese è stato ricco di emozioni, tutte negative. Non è quantificabile la paura di chi a Noasca ha visto crescere a dismisura la portata della cascata, di chi si trovava lungo la strada per Locana e ha visto cadere la frana a Fornolosa, per non parlare di chi a Prascorsano, Chiesanuova, Castelnuovo Nigra e tanti altri Comuni ha visto la prepotenza della grandine abbattersi su tetti, pannelli fotovoltaici e automobili.

In Valle Orco le squadre di Città metropolitana hanno lavorato senza sosta per liberare la sp 460 dai massi e dalla terra caduti intorno alle 19 di sabato nei pressi di Fornolosa. Nel tardo pomeriggio di domenica è stato possibile riaprire il transito a senso unico alternato regolato da un semaforo è stata consentita ai mezzi di soccorso, ai residenti e ai turisti che dovevano scendere da Ceresole Reale e Noasca. Nella serata di sabato una ditta appaltatrice locale era intervenuta per limitare i danni, mentre i vigili del fuoco della squadra 81, di Ivrea e di Cuorgnè, con i nuclei muniti di ruspe e droni, hanno evacuato gli ospiti, 37 tra cui alcuni bambini, che altrimenti non sarebbero riusciti a tornare a valle, che stavano cenando in un ristorante di Noasca. Alcuni hanno scelto di pernottare nelle strutture ricettive locali, mentre altri si sono fatti accompagnare al di là della frana dai vigili del fuoco, a piedi o in braccio nel caso dei bambini. Insieme, nella notte in cui a Noasca si sono raggiunti 176mm di pioggia caduta in 12 ore, hanno superato la montagna di terra e sassi. Un altro cedimento sulla strada è avvenuto sotto la diga del Telessio, un altro ancora tra Ingria e Ronco sulla sp 47, mentre a Noasca la furia dell’Orco e della cascata hanno trascinato via i lavori di consolidamento della scogliera. A Fornolosa e Noasca era già presente di prima mattina il consigliere regionale Mauro Fava, accompagnato dall’ingegnere della Regione Piemonte Bruno Frigerio: «Siamo intervenuti subito per monitorare e vedere se fosse tutto sotto controllo. Sin dalle prime ore del mattino siamo stati in contatto con il presidente Cirio, pronto a chiedere lo stato di emergenza. Abbiamo controllato anche le scogliere realizzate da poco e abbiamo appurato che dove sono stati fatti i lavori di contenimento del rischio idrogeologico non si sono riscontrati problemi. A Noasca, purtroppo, il lavoro sulla scogliera è completamente da rifare, perché il terreno è sceso di 4 metri. Con lo stato di calamita sarà una priorità». «L’impegno congiunto- sottolinea il consigliere metropolitano alla Protezione civile Pasquale Mazza - messo in campo con forze dell’ordine, vigili del fuoco, Croce rossa, Protezione civile e Aib ha consentito di intervenire tempestivamente».

Alle zone di pianura non è andata meglio, perché a Cuorgnè la forte grandinata ha danneggiato i parabrezza delle auto parcheggiate in piazza Martiri della libertà per gli appuntamenti della festa patronale. Anche il torrente Orco, che ha superato il livello di pericolo a Castellamonte verso le 22, ha suscitato qualche timore. «La grandine ha fatto gravi danni, ma abbiamo fatto sopralluoghi approfonditi anche sul fiume. Per sicurezza le attrezzature e i mezzi dei giostrai sono stati fatti spostare in un’altra area, il piazzale del Ponte vecchio non appariva sicuro sabato sera», ha commentato il vicesindaco Vanni Crisapulli. A Prascorsano, uno dei centri tra i più colpiti dai chicchi di grandine grossi come «palline da tennis», tutte le case hanno riportato danni: «Tutti i tetti del paese hanno subito la violenza di questa grandinata - racconta il sindaco Piero Rolando Perino -. I palazzi comunali, dal municipio alle scuole, hanno riportato danni che possiamo conteggiare intorno a un totale di circa 150mila euro. A questo poi bisogna aggiungere la distruzione dell’impianto fotovoltaico situato sulla copertura del palazzo comunale».

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