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Nella notte un cambio storico: la luce a Trieste passa da Hera a Edison

Nelle prime ore odierne un evento che si potrebbe definire storico: non sarà più una società comunale o comunque controllata da un gruppo partecipato dal Municipio a gestire l’illuminazione pubblica cittadina.

Cioè, detto sotto metafora, Hera Luce ha spento l’interruttore che è stato immediatamente riacceso da Edison.

Il gruppo Hera, attraverso AcegasApsAmga o altri soggetti, continuerà a occuparsi di acqua, energia, gas: solo la luce ha cambiato casacca, per la prima volta nella storia dei pubblici servizi triestini. Parlare di luce pubblica significa un ambito vasto e importante che comprende lampioni, semafori, luminarie natalizie, servizi Smart city.

A proposito di rilevanza economica, Edison ha vinto il project financing con il Comune, ereditandolo dalla francese Citelum (Edf): sono in ballo 69 milioni di canoni e 25 milioni di investimenti, un volano finanziario di quasi 100 milioni che si allunga dal 2024 al 2037 e che rappresenta una delle più importanti operazioni collegate all’attività economica del Municipio.

Si capirà meglio nei prossimi giorni la sorte del personale impiegato, più o meno una ventina di addetti.

Ovvero se la clausola sociale consentirà il trasferimento a Edison o se i lavoratori avranno la possibilità di restare in Hera Luce. Nel marzo ’21, quando fervevano i preparativi per il project financing, i sindacati espressero riserve sull’ingresso di soggetti estranei al territorio.

A maggio la proposta, allora formulata da Citelum (poi ripresa da Edison), sopravvanzò nettamente quella indicata da Hera Luce. Ricordiamo che altre due realtà - Enel Sole e City green light - parteciparono a quella fase. La successiva gara d’appalto ebbe quindi come riferimento il progetto Citelum (poi Edison). Hera Luce lottò nelle sedi giudiziarie (Tar, Consiglio di Stato, Corte di giustizia Ue), riuscendo soccombente.

Per Edison un esordio subito impegnativo con le grandi manifestazioni programmate in questi giorni, a cominciare dalle visite del Pontefice e del Presidente della Repubblica.

Un banco di prova per saggiare la qualità dell’avvicendamento.

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