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Asilo negato al figlio autistico nell’hinterland udinese, i genitori: «Ci siamo sentiti discriminati»

Non c’è stato niente da fare: il loro bambino, che ha 5 anni ed è affetto da autismo, non è stato ammesso all’asilo in cui avrebbero voluto trasferirlo.

E loro, una coppia di professionisti provata già dalle difficoltà legate al disturbo di cui anche l’altro figlio soffre, hanno vissuto il rifiuto opposto dalla dirigente scolastica come l’ennesima conferma della scarsa sensibilità che le istituzioni mostrano a famiglie come la loro.

A monte della richiesta, oltre alle buone referenze raccolte sull’asilo, che si trova nell’hinterland udinese, anche ragioni di tipo logistico: a pochi minuti di auto, c’è un centro dedicato proprio a ragazzi con le problematiche dei loro due bambini.

La risposta, tuttavia, è stata perentoria. «L’ufficio scolastico, in una mail – spiegano i genitori –, ci ha scritto che non si accolgono bambini non residenti nel Comune e in cicli intermedi di asilo».

Ritenendo di poter obiettare più di qualche eccezione alla suddetta regola, la famiglia non si è persa d’animo e ha chiesto e ottenuto un incontro con la dirigente.

«Anche perché – spiegano – tenevamo a evidenziare come saremmo diventati a breve residenti in quel Comune. Il che, tuttavia, non è bastato ancora a farle cambiare idea».

Da noi contattata, la dirigente ha inteso non rispondere alle nostre domande, rendendosi disponibile a farlo soltanto in sede di contraddittorio con i genitori.

«Di fronte alla sua chiusura – racconta la coppia –, non abbiamo esitato a rivolgerci anche al sindaco. Che a quel punto, sentita la nostra storia, a propria volta ha tentato di sensibilizzare la dirigente. Tutto vano. Ma gli siamo estremamente grati per averci provato».

Proprio come lo erano stati con la maestra che li aveva accolti e ascoltati, prospettando possibilità numeriche all’iscrizione. Salvo poi sentirsi dire che in quell’asilo non c’erano bambini cosiddetti certificati, ossia con disabilità.

«Abbiamo poi saputo che non era così e che erano stati ammessi anche bambini non residenti e intermedi – affermano i genitori –. Purtroppo, questa è una situazione che abbiamo già riscontrato in altri asili e in altri contesti: parli di autistici e, anche se i posti ci sono, ti chiudono le porte in faccia.

Siamo davvero stanchi e talvolta ci sentiamo francamente discriminati»

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