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«Bravo è un colpo da Udinese. Pizarro ha già fatto le coppe»

«Bravo è un colpo da Udinese. Pizarro ha già fatto le coppe»

foto da Quotidiani locali

Iker Bravo è un gran bell’attaccante e sarebbe un vero colpo da Udinese». Ne è davvero convinto Cesare Natali, l’ex bianconero che in Spagna ha visto crescere il 19enne attaccante di prospettiva che Gino Pozzo sta cercando di portarsi a casa dopo essersi già assicurato il talento del giovane cileno classe 2005 Damian Pizarro.

È con investimenti come questi, dotati di qualità e talento, che per Natali la Zebretta sta dimostrando la volontà di rinnovare la sua proposta di gioco.

Natali, perché Bravo sarebbe un “colpo” da Udinese?

«Perché questo è un attaccante promettente che ha creato non poche aspettative in Spagna dopo essere cresciuto nella cantera del Barcellona e avere fatto l’esordio in prima squadra al Bayer Leverkusen a 16 anni prima di passare nella U19 del Real Madrid, gravitando quindi in contesti di altissimo livello».

Perché il Real Madrid non lo ha riscattato, lasciandolo al Bayer Leverkusen?

«Perché non è stato considerato pronto per la prima squadra. Può sembrare una bocciatura, ma in realtà sono in pochi a poter entrare nella prima squadra al Real Madrid a 19 anni.

Bravo adesso ha bisogno di un percorso in prima squadra e di un progetto serio come quello dell’Udinese, dopo avere avuto dei problemi di ambientamento in Germania».

Profilo tecnico?

«È una prima punta completa e già forte tecnicamente per essere un giovane. Ideale nel 3-4-3 o come unica punta, può crescere bene alle spalle di un titolare, ma non mi sorprenderei se facesse subito bene una volta lanciato.

A Leverkusen lo hanno costruito sotto vari aspetti, soprattutto quello fisico. Diciamo che è quel genere di giocatori che l’Udinese deve per forza provare a prendere per farli poi esplodere, come successo con Sanchez e Samardzic».

Il nuovo corso include anche Pizarro oltre all’investimento già fatto su Lucca.

«I giovani bravi li devi mettere subito alla prova in prima squadra: uno come Pizarro ha il vantaggio di avere già giocato le coppe in Sudamerica, avendo fatto la Libertadores.

Lucca dovrà confermarsi, ma ha già dimostrato di essere funzionale. A me ricorda un po’ Djuric che dall’arrivo a Monza ha fatto giocare meglio tutta la squadra».

Natali, l’Udinese ha scelto Runjaic promettendo anche un calcio aggressivo. Sarà la svolta dopo anni di 3-5-2?

«È certo che se vuoi valorizzare i giocatori devi fare un calcio attrattivo come ha fatto Thiago Motta al Bologna.

Al di là della qualificazione Champions, il Bologna ha prodotto un bel calcio con cui ha valorizzato tutto il patrimonio giocatori, coinvolgendo tutta la città. L’Udinese non ha nulla in meno del Bologna, ha società e struttura, quindi che ben venga l’idea di cercare una proposta di calcio attraente».

E se l’Udinese perdesse giocatori del calibro di Samardzic e Bijol?

«Rientrerebbe nella programmazione tipica del club che vende se il mercato offre. Samardzic ha già vissuto una telenovela la scorsa estate e difficilmente ne vivrà un’altra, e poi bisogna anche capire che l’Udinese non può pensare di tenere tutti i big e che non esiste più il calcio del gruppo formato dallo zoccolo duro».

Oltre a Runjaic si sono scelti anche nuovi dirigenti come il “supervisore” Gianluca Nani e il dt Gokhan Inler.

«Sono figure fondamentali perché sono le persone che dovranno vivere la quotidianità della squadra e capire le esigenze del tecnico, cercando di soddisfare le aspettative del club in simbiosi con quelle del tecnico.

Sarà importante sostenere il progetto e far si che il tecnico diventi il condottiero di tutti».

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