F1, Ferrari reduce da un “weekend di terrore”. Essere la quarta forza sia al Montmelò che a Spielberg è da incubo!
Altro giro, altra delusione. Sia onesto anche il ferrarista meno obiettivo e più incallito. Può essere definito “soddisfacente” il bilancio del Gran Premio d’Austria? Quello che avrebbe dovuto essere un quinto posto si è tramutato in un terzo grazie alla fortunosa circostanza dell’autoscontro fra Max Verstappen e Lando Norris. Sono dinamiche insite alla Formula 1, sia chiaro. Possono influire in maniera radicale sul risultato, ma non devono condizionarne l’analisi.
Per la Ferrari il fine settimana di Spielberg si è tramutato in una sorta di weekend di terrore. A Charles Leclerc ne sono successe di tutti i colori, tanto che le sue peripezie hanno rischiato di sconfinare sia nello spettro dell’infrarosso, sia in quello dell’ultravioletto. Carlos Sainz ha agguantato un piazzamento superiore alle sue potenzialità, dinamica che va ritenuta un merito, ma non salva il bilancio della Scuderia di Maranello.
C’era chi aveva alzato la cresta dopo Montecarlo, dimenticando come le stradine del Principato fossero un contesto anomalo. Le successive tre gare si sono invece rivelate una sberla dopo l’altra per chi sognava di vedere la Rossa in lotta per il titolo iridato. Canada, Spagna e Austria hanno fatto malissimo al Cavallino Rampante, reduce da un manrovescio dopo l’altro.
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Quanto accaduto a Spielberg può a tutti gli effetti essere definito un weekend di terrore perché la Ferrari è rimasta la quarta forza anche in una pista totalmente differente dal Montmelò.
Siamo prossimi al giro di boa del 2024 e la sensazione di dover aggiungere un “+1″ alla voce “attesa del Mondiale” è sempre più forte e concreta. Chi è nato nell’anno del trionfo di Kimi Räikkönen diventerà maggiorenne prima che la Ferrari torni in cima al mondo? Probabile, molto probabile. La situazione si era verificata solo per chi era venuto alla luce nel 1979, del quale il 2007 è parente sempre più prossimo.
Perché e percome la competitività delle Rosse involva ogni qualvolta viene presentato un sostanzioso pacchetto di aggiornamenti (Imola prima, Barcellona poi) dovrebbe essere materia di competenza di chi tira le fila a Maranello e conosce il “dietro le quinte” di un’azienda ancora vincente, ma solo lontano dalla F1 (Le Mans docet). Come è possibile? A chi di dovere il compito di trovare una soluzione a un serio problema ormai cronico.