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Mamme arcobaleno, c’è il bivio Consulta: Padova studia il caso Lucca e si prepara

Mamme arcobaleno, c’è il bivio Consulta:

Padova studia il caso Lucca e si prepara

foto da Quotidiani locali

«Custode della Costituzione», così il presidente della Consulta Augusto Barbera ha parlato del compito suo e dei giudici che compongono il più importante organo di garanzia giuridica del Paese. Ma è un compito che non si ferma qui: «Importanti innovazioni nella storia della Repubblica – ha spiegato ancora Barbera – sono state il frutto del concorso di rilevanti pronunce della Corte costituzionale, a cui hanno fatto seguito non meno significative decisioni legislative».

Uno schema che potrebbe ripetersi proprio nel caso delle famiglie arcobaleno, con il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali.

A chiamare in causa la Consulta è stata pochi giorni fa un’ordinanza del Tribunale di Lucca che sta affrontando un caso simile a quello delle 33 coppie di mamme veneto che hanno visto il riconoscimento dei loro figli ottenuto dal Comune di Padova messo in discussione dalla Procura.

Un’ordinanza quella di Lucca che potrebbe incidere pesantemente nel procedimento in corso in Corte d’Appello a Venezia che dovrebbe vedere un pronunciamento proprio nel mese di luglio, quindi a giorni.

Nella prima parte del procedimento a Padova, il Comune aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale, trovando anche l’inattesa adesione della Procura. Ma il giudice aveva deciso di non sospendere il processo e rimandare alla Consulta, ritenendo che la sua pronuncia assorbisse la questione. Una pronuncia che ha rinviato tutto alla Corte d’appello di Venezia.

L’ordinanza del Tribunale di Lucca, infatti, ha delle motivazioni aderenti alle tesi del Comune di Padova: si dice che l’adozione per casi particolari – soluzione proposta dal legislatore – è un procedimento molto lungo, in cui servono requisiti molto precisi e prevede una spesa molto alta oltre che stress psicologico e varie difficoltà. Si tratta dunque di una lesione del principio dell’effettività, perché lo strumento proposto non è ragionevolmente accessibile. Di conseguenza c’è un buco normativo e il tribunale toscano ha ritenuto di rinviare la questione alla Consulta.

È vero che nel 2021 la Corte costituzionale ha ritenuto non fondata una questione del genere, ma aveva nel contempo inviato un monito al legislatore per intervenire e normare la questione. Non avendolo fatto in tempi ragionevoli, la questione si può riproporre e la Corte la può ritenere fondata. È esattamente quello che è successo con il caso di Marco Cappato e dj Fabo sul fine vita: nel 2019 dopo diversi richiami al parlamento la Consulta ha stabilito che non è sempre punibile l’aiuto al suicidio e stabilito in quali condizioni è consentito l’accesso al suicidio assistito.

Cosa cambia dunque adesso per le famiglie arcobaleno venete dopo l’ordinanza di Lucca? Bisogna attendere la pronuncia della Corte d’appello di Venezia, che ha tre possibilità: può andare avanti come se nulla fosse accaduto e giudicare nel merito della vicenda, ma con il rischio di essere smentita dopo pochi mesi dalla Corte costituzionale; oppure può sospendere la questione in attesa di una pronuncia della Consulta; o infine i giudici possono decidere di sollevare anche loro la questione di costituzionalità. Una scelta che si definirà nel giro di poche settimane.

Se da una parte il Comune di Padova spera in un rinvio alla Consulta, dall’altra l’avvocatura dello Stato si sta difendendo intensamente all’interno del processo veneziano. Sul filo di questa disputa giuridica c’è il destino di 33 mamme e soprattutto dei loro bambini. —

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