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Limana, pulizie nelle aziende utilizzando l’IA: «Puntiamo sui robot, ma senza licenziare»

«L’integrazione di tecnologie avanzate di intelligenza artificiale (IA) sta trasformando anche il modo in cui vengono gestite le operazioni di pulizia, migliorando l’efficienza, la qualità del servizio e riducendo i costi operativi». Thomas Matthias Nicolussi Moz Chelle, project manager della Bauunternehmung Italia di Cesa di Limana, è da poco tornato da una missione in Asia, dove ha esplorato le ultime novità nel campo della robotica applicata alla pulizia. «L’intelligenza artificiale», sottolinea, «ha già dimostrato un potenziale rivoluzionario in vari settori, e quello delle pulizie industriali e del facility management non fa eccezione».

Come? In quali ambiti?

«Innanzitutto nell’impiego di robot autonomi, dispositivi in grado di svolgere compiti di pulizia complessi senza intervento umano. I robot aspirapolvere e lavapavimenti, ad esempio, utilizzano algoritmi di navigazione avanzati per mappare gli ambienti e ottimizzare i percorsi di pulizia, garantendo copertura completa e riducendo al minimo il consumo di energia. In ambito industriale, i robot possono essere programmati per pulire macchinari e attrezzature specifiche, riducendo il rischio di errori umani e migliorando la sicurezza sul lavoro. Inoltre, i sensori integrati permettono di rilevare lo sporco e le contaminazioni in tempo reale, attivando interventi mirati e tempestivi».

E poi?

«Pensiamo alla manutenzione predittiva delle attrezzature di pulizia: attraverso l’analisi dei dati raccolti dai sensori, l’IA è in grado di prevedere quando un macchinario necessiterà di manutenzione, riducendo i tempi di inattività e prolungando la vita utile delle attrezzature. Questo approccio non solo ottimizza le operazioni, ma contribuisce anche a una gestione più sostenibile delle risorse».

In che modo?

«I sistemi di IA possono analizzare grandi quantità di dati relativi all’utilizzo degli spazi, al consumo energetico e alle esigenze di pulizia, permettendo di creare piani di intervento più efficienti. Ad esempio, l’IA può identificare le aree che necessitano di pulizie più frequenti e quelle che possono essere servite con minore frequenza, riducendo lo spreco di risorse. Ma l’IA è anche impiegata per il monitoraggio e il controllo della qualità delle operazioni di pulizia. Attraverso l’uso di sensori e dispositivi IoT, è possibile monitorare in tempo reale la qualità dell'aria, il livello di pulizia delle superfici e la presenza di contaminanti. I dati raccolti vengono analizzati dall’IA per garantire che gli standard di pulizia siano sempre rispettati e per apportare correzioni immediate in caso di deviazioni».

Teoria o avete già messo in pratica questi sistemi?

«Siamo già operativi su più fronti; la stiamo già applicando, ad esempio, come supporto per la pianificazione, gestione ed elaborazione dei dati per la sostenibilità (stiamo redigendo il bilancio di sostenibilità). E abbiamo già inserito 9 robot autonomi in stabilimenti industriali come Epta e Unifarco, Gruppo Lvmh e due sono pronti per il gruppo Kanguro Pam».

Ma in questo modo il personale non rischia il posto a vantaggio dei robot?

«No, non è così, e lo dico per esperienza diretta: negli ultimi anni, come Bauunternehmung, abbiamo investito oltre 420 mila euro in robot, abbracciando appieno l’industrializzazione 5.0 e relativa IA in un settore dove è spesso difficile immaginarla e applicarla. E nonostante l’adozione di robot, nessun dipendente di Bauunternehmung ha perso il proprio posto di lavoro; al contrario, i ruoli sono stati trasformati: i nostri lavoratori sono passati da esecutori manuali a supervisori della qualità del lavoro svolto dai robot. Questa conversione dei ruoli ha migliorato la qualità del lavoro che offriamo ai nostri clienti, garantita dalla nostra certificazione DNV ISO-9001. Un altro aspetto fondamentale è il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro. I sistemi di IA possono monitorare l’ambiente di lavoro per individuare situazioni potenzialmente pericolose, come la presenza di sostanze chimiche nocive o condizioni di lavoro insalubri. Inoltre, possono fornire supporto ai lavoratori attraverso assistenti virtuali che offrono istruzioni in tempo reale su come eseguire operazioni complesse in modo sicuro ed efficiente. E infine c’è la formazione».

Ovvero?

«L’IA può essere utilizzata anche per la formazione del personale: attraverso piattaforme di e-learning e simulazioni virtuali, i lavoratori possono apprendere nuove tecniche e procedure di pulizia in modo interattivo e personalizzato. Questo approccio non solo migliora le competenze dei dipendenti, ma riduce anche i costi e i tempi associati alla formazione tradizionale».

Soddisfatti dunque di questo investimento in nuovissime tecnologie?

«Certamente. Avevamo due obiettivi principali: la sostenibilità e la gestione efficiente delle risorse. Le macchine che utilizziamo sono altamente controllate e ci permettono di raccogliere quotidianamente dati dettagliati sui consumi e sul lavoro svolto. Inoltre, l’automazione ci ha permesso di affrontare la sfida della carenza di personale qualificato. L’integrazione dell’intelligenza artificiale nel settore delle pulizie industriali e del facility management rappresenta una straordinaria opportunità per migliorare l’efficienza, la qualità e la sostenibilità delle operazioni». —

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