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Catenacci, scritte e colla. Senato accademico sotto il segno della protesta a Ca’ Foscari

Catenacci, scritte e colla. Senato accademico sotto il segno della protesta a Ca’ Foscari

foto da Quotidiani locali

Catenacci, scritte e serrature incollate. Così la rettrice di Ca’ Foscari Tiziana Lippiello ha trovato l’università che guida, questo mercoledì mattina, giorno in cui il senato accademico si sarebbe riunito per l’ultima volta prima della pausa estiva.

Con la vernice rossa è stato imbrattato il cancello della sede centrale e sui muri limitrofi sono apparse delle scritte in cui l’ateneo è stato accusato di “complicità nel genocidio palestinese”.

Istanza, questa, sollevata più volte nel corso degli ultimi mesi dagli studenti che dallo scoppio del conflitto in medio oriente chiedono le dimissioni della rettrice dal comitato scientifico di MedOr, braccio della Leonardo Spa.

I muri sono stati imbrattati anche in via Torino a Mestre, sede del campus scientifico. “Scienza senza etica è complicità” e “se i muri non parlano chi lo farà?”, alcune delle frasi scritte con la bomboletta blu.

Non solo, le serrature sono state bloccate con la resina epossidica e lo stesso è avvenuto anche nella biblioteca di area umanistica Baum del centro storico.

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Prima di imbrattare i muri, sono state distrutte le telecamere della sede di via Torino, verniciate di rosso quelle della Baum, in modo da non identificare i responsabili. Al lavoro i fabbri per sbloccare le serrature su cui è stata spalmata la sostanza colloda che poi si solidifica e richiede anche più di un’ora per essere rimossa, dal momento in cui la serratura va interamente smontata.

A subire maggiori danni dopo il campus scientifico, palazzina Briati, sede dell’International School e del centro linguistico di ateneo. I muri, infine, sono stati imbrattati anche nel campus economico di San Giobbe, edificio che ha solo qualche anno alle spalle.

Nell’ordine del giorno della seduta del senato accademico di questo mercoledì, non c’è alcuna mozione legata al conflitto o alla presa di distanza dell’ateneo dai progetti che coinvolgono Israele, quindi le condizioni in cui sono state trovate alcune sedi cafoscarine questa mattina sono state una sorpresa per tutti.

Poco dopo l’inizio della seduta, in rettorato sono arrivati anche gli studenti che da quasi due mesi stanno portando avanti l’occupazione a San Sebastiano, occupazione che, fanno sapere, oggi giunge al termine.

La rettrice

«Questa mattina (il 3 luglio, ndr)» commenta con una nota ufficiale la rettrice Tiziana Lippiello, «il nostro ateneo si è svegliato con sei sedi sigillate per impedirne l’accesso e imbrattate di scritte con affermazioni ignobili. Abbiamo immediatamente provveduto a garantire la riapertura delle strutture e stiamo avviando la pulizia dei muri e delle facciate (alcuni dei quali di importante valore architettonico) e stiamo verificando i danni, che ad una prima stima ammontano a diverse migliaia di euro. Chiunque abbia compiuto queste azioni ha commesso un gesto vandalico in spregio a tutta la nostra comunità e alla città intera».

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